Processo breve: ecco cosa può far saltare la maggioranza
Vertice a Palazzo Grazioli tra Berlusconi, Alfano e Ghedini per fare il punto sui termini della prescrizione. Domenica il giorno della verità, con il discorso di Fini a Mirabello. Famiglia Cristiana contro il governo sulla giustizia: "altre sono le priorità degli italiani"
Sembra che alla fine sarà il processo breve lo snodo su cui dovrà confrontarsi questa maggioranza per decidere se andare avanti unita oppure prendere la strada delle urne. Ieri pomeriggio a Palazzo Grazioli Silvio Berlusconi ha visto il Guardasigilli Angelino Alfano e il suo avvocato, Niccolò Ghedini, per fare il punto sulla norma. Al centro delle preoccupazioni del premier ci sono i termini di prescrizione dei procedimenti giudiziari. Il legittimo impedimento, che finora ha permesso al Cavaliere di rimandare i processi Mediatrade e Mills, rischia di essere bocciato a dicembre dalla Corte Costituzionale. La legge sul processo breve, dunque, deve trasformarsi nel viatico per la prescrizione dei due processi che mettono a rischio la carriera politica e non del premier. E qui spuntano i finiani. Il gruppo di Fli ha già detto che se la norma transitoria - quella che prevede la prescrizione - non sarà modificata adeguatamente, il loro no in Parlamento al processo breve sarà inevitabile. Fondamentali, a questo punto, saranno le parole che il neo leader di Fli, Gianfranco Fini, pronuncerà dal palco di Mirabello domenica prossima, 5 settembre, in occasione della festa del Tricolore. I pronostici, però, sono più favorevoli a una spaccatura definitiva che ad una riconciliazione. Enrico Mentana, che ha scelto di aprire il tg delle 20 proprio su questo tema, ha sentito come voci autorevoli e informate il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e quello de Il Giornale, Vittorio Feltri. Mentre Feltri auspica un riavvicinamento tra Fini e Berlusconi, Belpietro crede che chi tradisce una volta lo può fare altre volte. Entrambio, pur su posizioni diverse, non escludono (e anzi, sembrano prendere in serissima considerazione) il divorzio definitivo trai due. L'attacco di Famiglia Cristiana- Il settimanale dei paolini ha scelto di aprire il numero in edicola mercoledì con un editoriale contro il governo, e la decisione di riaprire la stagione autunnale dando priorità al processo breve. Secondo Famiglia Cristiana, ben altre sono le cose che importano agli italiani, come la lotta alla povertà e la creazione di posti di lavoro (oggi l'Istat rileva che 1 giovane su 4 è senza lavoro in Italia). Scrive Famiglia Cristiana "Adesso che le elezioni anticipate appaiono scongiurate, il Governo s'appresta a portare in Parlamento un'agenda di cinque punti su cui chiedere la fiducia. Il piatto forte, naturalmente, è la giustizia. O meglio, il “processo breve” che, per renderlo meno indigesto all'opinione pubblica, si chiamerà “processo in tempi ragionevoli”. E che avrà una corsia preferenziale, grazie a risorse e investimenti straordinari. Da reperire, a ogni costo, sia pure in tempi di ristrettezze. Ma a settembre, con la ripresa scolastica, le famiglie avranno altre priorità: lavoro e lotta alla povertà, innanzitutto. Le fabbriche riaprono i cancelli, ma circa cinquecentomila posti sono a rischio. E qualche azienda, da subito, non aprirà nemmeno i cancelli. Al ministero dello Sviluppo, dove da mesi si è in attesa di un nuovo ministro, più di duecento tavoli di crisi sono aperti. E non se ne vede la soluzione.