Il conto di Gheddafi alla Ue: "5miliardi o l'Europa sarà nera"
Polemiche (anche all'interno del Pdl) per l'intervento del leader libico. Ma Berlusconi sottolinea: "Trattato vantaggio per tutti"
Sarà anche un trattato storico che ribalta i contatti finora tesi con la Libia. Sarà anche un accordo vantaggioso per le aziende italiane e, per quanto riguarda il settore energetico, per lo stesso Bel Paese. Tuttavia la visita del leader libico Muammar Gheddafi ha suscitato molte polemiche. Più che sui contenuti dell'accordo siglato due anni fa a Bengasi, sugli interventi con cui il dittatore (salito al potere nel 1969) ha colorito la sua giornata romana (Guarda la gallery). Trattato storico – Lunedì sera il premier, dal palco della caserma dei Carabinieri Salvo D'Acquisto, ha provato a concentrarsi sui temi che hanno caratterizzato l'accordo ratificato il 30 agosto 2008; una base di lavoro importante per le imprese, l'emancipazione italiana nel campo energetico, la lotta all'immigrazione clandestina e anche per chiudere il triste capitolo coloniale. "Il trattato di amicizia - ha detto Berlusconi – costituisce un modello di diplomazia nell'era della globalizzazione: quando due popoli, separati da vicende tragiche e dolorose, riescono a superare queste vicende, ritrovando intesa e amicizia, ciò avviene a vantaggio di tutti. Grazie a questa amicizia l'Italia ha potuto contribuire a risolvere la crisi dei visti fra la Libia e i paesi dell'Unione europea e grazie al trattato é stato possibile contrastare con successo la tratta dei clandestini dall'Africa all'Europa per mano delle organizzazioni criminali". E quindi un affondo a chi non ha visto di buon occhio l'arrivo a Roma di Gheddafi. "È un vantaggio per tutti se le relazioni fra l'Italia e la Libia sono cambiate; c'é stata qualche critica in questi giorni al riguardo, ma chi non lo capisce appartiene al passato ed è prigioniero di schemi superati. Noi, invece, vogliamo guardare avanti e al futuro, per il bene dei nostri figli e per tutta la comunità internazionale". Il premier ha concluso il discorso ringraziando il colonnello Gheddafi, seduto accanto al podio. "Al mio amico leader della grande Jamahriya, a tutti i suoi collaboratori e a tutti i cittadini libici dico ancora grazie per la loro volontà di superare il passato, di lavorare insieme e di essere amici". Gheddafi rilancia – A gettare benzina sul fuoco e a innescare nuove polemiche, però, ci ha pensato il leader libico, intervenuto al termine del discorso del Cavaliere (durato 10 minuti). Dopo aver ricordato quanto pesante sia stato il bilancio del colonialismo per la Libia e aver elogiato i nuovi rapporti tra i due Paesi, Gheddafi ha anche avanzato le sue richieste all'Unione Europea, rivendicando il ruolo strategico della sua nazione nel Mediterraneo. "La Libia chiede all'Unione Europea che l'Europa offra almeno cinque miliardi di euro all'anno per fermare l'immigrazione non gradita, altrimenti l'Europa potrebbe diventare Africa, potrebbe diventare nera". A tal proposito, Gheddafi vede di cattivo occhio anche la presenza di flotte non appartenenti al Mediterraneo. "Chiediamo inoltre che il Mediterraneo, essendo un mare interno, sia libero da flotte militari degli Stati non rivieraschi", Usa su tutti, ovviamente. Proteste – Ma, come detto, il Gheddafi-show non è piaciuto a tutti, nemmeno a chi è tra le fila del Pdl. Questa mattina, infatti, il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi e il capogruppo del Pdl all'Europarlamento Mario Mauro hanno inviato una lettera a La Stampa per criticare la propaganda religiosa effettuata nella giornata di lunedì dal leader libico. E il titolo della missiva è eloquente: "Basta offrire il palcoscenico al dittatore". "Dopo due giorni di Gheddafi show verrebbe voglia di gridare ai quattro venti il celebre motto dell'imperatore Cesare Augusto: Signori e signore, lo spettacolo è finito. Le parole pronunciate da Gheddafi davanti alle 500 adepte non possono lasciarci indifferenti. Quel richiamo alla necessità che l'islam diventi la religione dell'Europa ha una portata dirompente. Per questo ci permettiamo di sollevare una questione: è ancora opportuno offrire il nostro paese come palconoscenico per gli spettacoli del Rais? Certo è fondamentale per noi sviluppare relazioni diplomatiche privilegiate con la Libia, ma come mai scene e appelli come quello di domenica non si vedono mai in Germania o nel resto d'Europa?" Incresciosa messa in scena o forse solo un boomerang - Non ha dubbi “Avvenire”, che con un editoriale in prima pagina del direttore Marco Tarquinio, boccia la visita di Gheddafi a Roma: "Un avvenimento con aspetti sostanziali e circostanze, per così dire, volutamente folkloristiche. Ma anche con momenti incresciosi e urtanti". Una "messa in scena", scrive ancora Tarquinio a proposito della "sessione di propaganda islamica tra il leader libico e le hostess". Il fondo prosegue: "Gheddafi ha potuto fare deliberato spettacolo di ‘proselitismo' (anche grazie a un Tg pubblico incredibilmente servizievole). Non sapremmo dire in quanti altri Paesi tutto questo avrebbe avuto luogo o, in ogni caso, avrebbe avuto spropositata (e stolida) eco. Probabilmente è stato un boomerang".