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"L'Europa sia islamica" Ecco il Gheddafi show

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Cavalli, tende berbere e 500 hostess pagate per ascoltare il Colonnello: "Da noi le donne sono più rispettate". E i finiani non perdono occasione per fare polemica: "l'Italia è diventata la Disneyland del leader libico". Ma per La Russa "l'ospite è sacro"

Tatiana Necchi
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E' Gheddafi e la sua calata in Italia tra donne convertite, amazzoni e tende berbere il nuovo oggetto del contendere tra finiani e berlusconiani. Sul sito della Fondazione Fare e Futuro, in un editoriale a firma di Carmelo Palma, si legge "l'Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi, il parco-giochi delle sue vanità senili". Il motivo - spiega l'editorialista - è puramente politico. "Nelle passeggiate romane il rais libico  non esibisce il suo temperamento eccentrico, ma la sua legittimazione,  la sua amicizia con il premier, la sua paradossale centralità nella politica internazionale di un governo, quello berlusconiano, che è progressivamente passato dall'atlantismo all'agnosticismo (...)". Per La Russa, però, che parla come ministro della Difesa e coordinatore del Pdl, "L'ospite è sempre sacro". "Me l'hanno insegnato da piccolo - dice il ministro interpellato al telefono  - ed è ancora così, non c'è altro da commentare". Le polemiche- Non smettono di montare le polemiche per le modalità della visita di Muammar Gheddafi a Roma. Dopo lo show domenicale con le hostess e l'invito all'Europa a convertirsi all'Islam, il leader libico stamattina ha tenuto un secondo incontro all'Accademia libica con le ragazze dell'agenzia Hostessweb, stavolta però 200 e non più 500.  Per Gheddafi, testuali parole, "le donne in Libia sono più rispettate che in Occidente". L'incontro con Berlusconi -  Nel pomeriggio Gheddafi ha scoperto una targa all'Accademia insieme al premier Silvio Berlusconi in cui si auspica che l'istituto sia "un continuo ponte culturale e civile tra i due Paesi". Berlusconi e Gheddafi si sono poi recati nei locali dell'Accademia dove era allestita una mostra fotografica che rappresenta il primo evento dell'attività dell'Accademia libica a Roma. Nel successivo colloquio, a cui ha partecipato anche il ministro degli Esteri Franco Frattini, si è parlato della presenza delle imprese italiane in LIbia, di Medio Oriente, Africa e crisi internazionale.   In serata, si tengono i festeggiamenti per l'anniversario del Trattato di amicizia, con lo spettacolo di 30 cavalli berberi e il carosello dei Carabinieri nella caserma Salvo D'Acquisto. S Violazione diritti umani - La sezione italiana di Amnesty International ha scritto una lettera a Berlusconi per ricordare le "gravi violazioni" dei diritti umani in Libia e per chiedere che questo tema sia messo al centro dei colloqui e dei rapporti bilaterali. Anche il sottosegretario agli Esteri, Stefania Craxi, ha espresso "perplessità" per alcuni atteggiamenti di Gheddafi e lo ha invitato a non mancare di rispetto "ai cittadini italiani, in grande maggioranza cattolici".  L'arrivo del Colonnello - Indossava un abito tradizionale libico il colonnello Muammar el Gheddafi giunto in Italia domenica all'aeroporto di Ciampino poco dopo le 13:30 per celebrare il secondo anniversario della firma del Trattato di amicizia fra l'Italia e la Libia (Guarda la gallery). Un tradizionale kaftano color biscotto con sopra un mantello sfumato di una tonalità più chiara. Quando non indossa la sua divisa da colonnello il leader libico ama vestire osservando orgogliosamente i costumi del suo Paese. Un po' fuori tema, presente per accoglierlo insieme all'ambasciatore libico a Roma Hafed Gadur, il ministro Franco Frattini che indossava un classico completo. A seguirlo nella sua discesa dalla scaletta due splendide amazzoni in tuta mimetica, una azzurra e l'altra verde, e tacchi vertiginosi. E poi una decina di body guard. Decisamente diverse dalle donne di casa nostra. Ma c'erano anche dei carabinieri in alta uniforme che prestavano servizio di rappresentanza, oltre a un picchetto di avieri della Vam. Quindi ha percorso su un tappeto rosso i pochi metri che lo separavano dalla palazzina. Davanti alla transenna con fotografi e cine operatori si è fermato sorridendo e salutando con gesti delle mani.   L'incontro con le 500 hostess da convertire - «L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta Europa» e il primo passo per l'islamizzazione dell'Europa sarà l'ingresso della Turchia nell'Ue. Sono queste le parole pronunciate dal colonnello ieri nell'Accademia libica di Roma davanti a 500 ragazze, reclutate da un'apposita agenzia e questa volta a titolo gratuito, convocate per una lezione sul Corano distribuendo anche le copie e invitando le giovani a convertirsi. E pare che ciò sia accaduto. Alessandra, una ragazza presente, ha affermato: «Tre ragazze con il velo si sono convertite con un rito davanti a Gheddafi. Hanno pronunciato una formula». Le tre convertite, poi, sono uscite tra le ultime senza, però, rilasciare dichiarazioni. Alle giovani il leader libico nella sua lezione, ha parlato della visione della donna nell'Islam e del rapporto di amicizia tra Italia e Libia. Una ragazza all'uscita ha commentato: “Gheddafi è stato molto gentile, ci ha parlato del Corano e mi ha fatto un'ottima impressione". Non è mancato, però, qualche malumore tra le presenti: due ragazze se ne sono andate minacciando di denuncia i giornalisti che chiedevano spiegazioni circa la loro “fuga”.   Le ragioni economiche - Al centro dei colloqui tra i due Paesi ci sono soprattutto interessi economici. E non si tratta, come si potrebbe pensare, solo del petrolio. I temi all'ordine del giorno sono difesa, metropolitana, rete elettrica e ferrovie.  L'Italia vede delle opportunità aprirsi per le proprie aziende proprio in Libia. E, del resto, Tripoli ha scelto il nostro Belpaese come uno tra i suoi preferiti per gli investimenti: è il principale azionista della maggiore banca italiana, Unicredit, e uno dei più importanti della Juventus. Senza contare la sua partecipazione all'Eni. Dunque alla cena presenzierà l‘intera giunta di Confindustria, che comprende oltre 200 imprenditori. E poi Fulvio Conti e Piero Gnudi dell'Enel, Pierfrancesco Guarguaglini di Finmeccanica, Massimo Ponzellin presidente della Popolare di Milano e forse anche Emma Marcegaglia. Ma l'elenco dei “big” è lunghissimo.

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