La proposta indecente di Bocchino: governo con Pdl, Fli, Udc e Rutelli
Cicchitto replica: "Fantapolitica". Bossi boccia l'alleanza con l'Udc: "Peggio di Fini". Casini: "Loro trafficanti di quote latte"
Altro che campagna acquisti e intese per rafforzare la maggioranza. Quello a cui si sta assistendo in queste ore sta diventando un tutti contro tutti ricco di accuse, repliche e frasi più pacate. Insomma il toto elezioni sembra essere partito, freneticamente e con assai poche certezze. In questo caldo lunedì di fine agosto, ad animare la giornata politica sono state la Lega, l'Udc e la corrente Finiana, salite sul ring a darsi delle sane legnate: se il Carroccio vuole richiamare gli elettori alle urne e chiude di fronte a qualsiasi ipotesi di alleanze tra Berlusconi e Casini, l'Udc e Fli replicano indicando proprio nella Lega il maggior pericolo per il Pdl e la futura maggioranza. Affondo Bossiano – Il primo a scagliare il sasso è stato il Senatur, il quale ormai sente suo il ruolo di unico (e vitale) alleato del Pdl. "Casini nella maggioranza? È peggio che avere Fini". Replica Udc - Frase che non è piaciuta all'Udc, che trova tuttavia il modo di rivendicare il suo ruolo “anti-Carroccio” e, al contempo, lanciare anche un messaggio al Pdl. "Che Bossi, noto trafficante in banche e quote latte, insulti l'Udc lo riteniamo molto utile per far capire agli italiani chi ostacola davvero i suoi progetti di occupazione del potere. Si svegli chi ha votato questa legge sul federalismo, che è solo uno spot per la Lega, e chi nel governo viene messo sempre più ai margini dal Carroccio". A completare il fuoco incrociato, ecco l'intervento del Finiano Italo Bocchino. Se Bossi cassa l'idea Casini, la Fli spara sul Carroccio con un comunicato sul sito di Generazione Italia. "Futuro e liberta non vuole far precipitare l'Italia verso un voto che danneggerebbe il Paese e consegnerebbe il governo all'asse Bossi-Tremonti. Garantiamo il nostro ancoraggio politico e culturale al centrodestra e quindi l'impossibilità in questo sistema bipolare a valutare alleanze diverse e non omogenee politicamente e culturalmente. Per questo garantiamo la fiducia al governo fino all'ultimo giorno della legislatura". Un appoggio che sembra un ritorno di fiamma, con il Fli che, seppur a certe condizioni, sembra essere disposta anche a rientrare nel partito, così come sostenuto da Adolfo Urso, viceministro allo Sviluppo economico ed esponente della corrente. Riepilogando – Ci pensa lo stesso Bocchino a disaminare l'intricata matassa del gioco di potere attualmente in atto. "Se Berlusconi va alle urne rischia tutto e rischia molto; se sta fermo minacciando reazioni che non può fare rischia il logoramento nazionale e internazionale. L'unica strada che ha è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi". Fantapolitica - A cassare la proposta di Bocchino è Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera. "Qua non è in ballo nè la monarchia aziendale nè la democrazia repubblicana, ma il mantenimento del patto fatto con gli elettori che nel 2008 votarono una precisa maggioranza della quale facevano parte anche i finiani di oggi. Questa ipotesi di una sorta di auto-ribaltone e di composizione e scomposizione di tutti gli schieramenti francamente sembra più un film che una seria ipotesi politica". Sondaggi - In questo scenario da campagna elettorale dell'ultim'ora, perché non dare anche qualche numero? Oggi, infatti, Renato Mannheimer, presidente dell'Ispo, ha fornito su Affaritaliani.it i risultati del suo ultimo sondaggio, a distanza di due mesi dall'ultima verifica fatta. "L'impressione è che, se ci fossero elezioni anticipate, l'alleanza tra Pdl e Lega otterrebbe una buona affermazione e con questa legge elettorale avrebbe certamente la maggioranza alla Camera dei Deputati. Però al Senato la situazione è più complicata, proprio perchè l'unico alleato di Berlusconi sarebbe Bossi. E' ipotizzabile una difficoltà del Centrodestra nel Mezzogiorno, che invece è molto più vicino a Fini del Nord". Sempre secondo il sondaggista del Corriere, male Futuro e Libertà per l'Italia, con una tendenza al ribasso al 6% dopo l'affare monegasco. Il binomio formato da Casini e Rutelli, invece, potrebbe ottenere un 18%, mentre la Lega veleggerebbe tra il 10% e il 12%. Opposizione alla deriva: il Pd afflitto dai soliti problemi e lo stesso Di Pietro potrebbe pagare la discesa in campo di Beppe Grillo. Il primo partito italiano, però, rischia di essere quello che a votare non ci andrà proprio. Tra indecisi e delusi, infatti, chi non voterà rischia di essere il 35% degli elettori.