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Manila, blitz delle Teste di cuoio: ucciso l'agente sequestratore

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Radiato dal servizio per estorsione e molestie. L'uomo impazzito spara sugli ostaggi: 8 morti. Era pluridecorato ed eletto fra i migliori poliziotti del Paese. - Guarda il video dell'assalto

Tatiana Necchi
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Dodici ore di paura, poi l'intervento delle Teste di cuoio e il sequestro dell'autobus è finito con la morte dell'ex agente che teneva in scacco un gruppo di turisti cinesi nella capitale delle Filippine. Al momento dell'intervento a bordo del bus c'erano una quindicina di persone. Racconta l'autista del bus che è riuscito a scappare che l'uomo ha sparato indiscriminatamente prima di essere ucciso. Quattro persone sono riuscite a fuggire. 8 turisti di Hong Kong, invece, ci hanno rimesso la vita nella follia. Ad annunciarlo è stato il presidente delle Filippine Benigno Aquino. Un bimbo (che non si trovava all'interno del bus ma poco distante dall'incursione) è grave, colpito da un proiettile vagante esploso dal sequestratore. Il sequestro - Un ex poliziotto armato di un fucile d'assalto, Ricardo Mendoza, ha preso in ostaggio questa mattina i passeggeri di un autobus turistico a Manila. A bordo del mezzo c'era un gruppo di 22 turisti di Hong-Kong e 3 filippini. L'uomo era stato espulso dalla polizia a gennaio perché accusato di estorsione e molestie ma lui rivendica la sua innocenza e chiede alle autorità filippine di accogliere il suo ricorso. Il bus, sul quale si trovano anche diversi bambini, stava sostando nei pressi di un parco quando l'ex agente è salito a bordo armato di un M-16. Poi, il sequestratore ha liberato tre donne, tre bambini e un anziano. È stato liberato anche un fotografo. In seguito si sono sentiti degli spari e l'ex poliziotto ha affermato di avere ucciso due ostaggi cinesi. Trattativa fallita - Il difensore civico che lo scorso gennaio aveva disposto il licenziamento di Mendoza - con l'accusa di estorsione per 350 euro ai danni dello chef di un hotel di lusso, per di più costretto ad ingoiare un sacchetto di metamfetamine - aveva preparato una lettera da consegnare all'ex agente, pluridecorato e nel 1986 nominato tra i «dieci migliori poliziotti del Paese». L'intenzione della missiva era, nelle parole del vicesindaco Isko Moreno, di «illuminare» Mendoza. Ma il fratello e il figlio si sono rifiutati di fare da intermediari, incoraggiando l'uomo a resistere; ne è seguito un parapiglia quando sono stati arrestati dalla polizia. Subito dopo, all'interno del pullman sono stati esplosi alcuni colpi. Il messaggio - Sul parabrezza dell'autobus Mendoza aveva attaccato un messaggio: "Un grande errore per correggere una decisione sbagliata, tutto comincerà dopo le tre del pomeriggio di oggi". L'ex agente ha chiesto anche di poter parlare con la stampa e con il figlio, anche lui poliziotto. Il blitz - Dopo quasi 12 ore di stallo le teste di cuoio, che avevano circondato il mezzo, hanno lanciato anche alcuni lacrimogeni dai finestrini infranti, si sono sentiti nuovi colpi. Pochi minuti dopo il sequestratore sporgeva esanime dalla porta dell'autobus - non è ancora chiaro se sia stato ucciso o si sia suicidato. Il segretario per la sicurezza di Hong Kong, Ambrose Lee, aveva chiesto alle autorità filippine di non ricorrere alla violenza per tentare di liberare i turisti cinesi presi in ostaggio. Ai giornalisti ha detto: "Abbiamo contattato il console generale delle Filippine a Hong Kong e  richiesto che venga assicurata la sicurezza degli ostaggi e che la vicenda venga risolta in modo pacifico".

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