Calcio in rosso. Ora calano pure gli sponsor sulle maglie
Oltre al crollo degli abbonamenti, -23% in Serie A nelle sponsorizzazioni sulle divise
Nelle nuova era di rigore economico varata da Michel Platini l'unica strada per le squadre di calcio per mantenere i conti in ordine era quella di diversificare le entrate: non solo diritti televisivi, ma anche introiti dalla gestione diretta dell'impianto di gioco, merchandising, abbonamenti e, naturalmente, l'aiuto dei fondamentali sponsor. Tuttavia la realtà per le squadre di calcio italiane sembra essere diametralmente opposta rispetto alle buone intenzioni. Ancora ben lontane dal possedere uno stadio di proprietà (anzi, a proposito non è ancora stata approvata la tanto decantata legge sugli stadi) e con gli abbonamenti per la nuova stagione calcistica crollati del 20% rispetto all'anno scorso (e la tendenza negativa dura ormai da qualche stagione), ora le squadre italiane devono anche fare i conti con il calo vertiginoso degli sponsor, molti dei quali messi a dura prova dalla crisi e scoraggiati dai costi spaventosi richiesti dalla macchina del calcio. Maglie povere - Secondo un'indagine svolta da Sporteconomy, infatti, per il momento i contratti fino a oggi siglati per le sponsorizzazioni di maglia nel campionato italiano di serie A 2010/2011 sono “solo” di 57,7 milioni di euro. Un dato negativo che, rispetto ai 75 milioni di euro raggiunti lo scorso anno, fa segnare un pericoloso -23% che rischia di affossare ulteriormente i bilanci di diversi consorzi calcistici. E il bello che sono tre le formazioni che ancora non hanno uno sponsor di maglia. Confronti – Per capire quanto sia impietoso il paragone con altre realtà europee (a loro volta in difficoltà), basta citare che nella Premier League inglese il totale del valore dei contratti per le sponsorizzazioni di maglia ha raggiunto quota 124 milioni di euro. Ci si può quindi stupire che il calcio mercato italiano sia piatto come una tavola?