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Chàvez dà lo sfratto a un nuovo diplomatico Usa

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Respinte le credenziali dell'ambasciatore degli Stati Uniti, Larry Palmer. Intanto si rasserenano i rapporti con la Colombia

Roberto Amaglio
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Altro veto del presidente del Venezuela Hugo Chàvez nei confronti del nuovo ambasciatore degli Stati Uniti. Esattamente come accaduto solo due anni fa, quando il presidente socialista rispedì a Washington il rappresentante a Stelle e strisce con l'accusa di fomentare il malcontento nei confronti della sua politica (rimarrà negli annali il suo annuncio tv: Go to hell a hundred times, fucking Yankees), Chàvez si è scagliato contro Larry Palmer, l'uomo scelto dall'amministrazione Obama per mantenere i rapporti nel Venezuela. "Come puoi credere, Obama, che accetterò questo signore? La cosa migliore è che tu lo ritiri, Obama. Non insisto, te lo chiedo", ha dichiarato il capo dello stato venezuelano, rivolgendosi al presidente statunitense dura il suo programma “Al presidente”, trasmesso in radio e in televisione. Questa volta il semaforo rosso di Chàvez è motivato dal fatto che Palmer avrebbe pronunciato parole ritenute offensive contro il Venezuela. La frase incriminata sarebbe quella contenuta in un questionario necessario per far ratificare la sua candidatura alla carica di ambasciatore dal Senato Usa. In questo documento, Palmer avrebbe accusato Caracas per il presunto appoggio al gruppo terroristico colombiano delle Farc. Inoltre il diplomatico aveva ritenuto che il morale dell'esercito venezuelano fosse basso e che l'influenza di Cuba aumentasse. Dichiarazioni respinte dalle forze armate e dal ministero della Difesa dell'esecutivo di Chàvez. Washington, però, fa quadrato intorno al suo diplomatico, condividendone anzi le preoccupazioni. Oltre a difenderne l'operato ritenendo che non ha interferito negli affari interni del Venezuela, il Dipartimento di Stato americano ha sottolineato come la cooperazione antiterrorismo con il Venezuela si sia "almeno ridotta" nell'ultimo anno e che il livello di aiuto che Caracas fornisce ai guerriglieri colombiani "rimane incerto". Rimanendo in Venezuela, si allenta intanto la tensione con la Colombia dopo l'insediamento del nuovo presidente Juan Manuel Santos al posto di Uribe. Bogotà ha annunciato per martedì un vertice tra lo stesso Santos e Chavez. La tensione aveva raggiunto il suo punto massimo il 22 luglio scorso, quando si erano interrotte le relazioni diplomatiche tra i due Stati: Chàvez aveva spostato truppe alla frontiera dopo che Bogotà aveva accusato il Venezuela di ospitare le basi delle Farc.

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