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Intercettazioni, cambio di rotta: pubblicabili quelle rilevanti

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Berlusconi infuriato: "così non cambiano le cose". Fini esulta: "E' prevalso il buon senso". Alfano: "unica mediazione possibile". E i radicali "intercettano" la seduta della Commissione giustizia e la mandano in onda

Fabio Corti
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Il governo presenta l'emendamento al ddl intercettazioni. Dopo le polemiche ha prevalso la logica del dialogo, con l'inserimento degli accorgimenti ventilati dal Colle. Le modifiche apportate vanno nella direzione auspicata dai finiani, che infatti esultano, e chiudono il cerchio all'interno della maggioranza – almeno per quanto riguarda le intercettazioni – dopo mesi infuocati. A firmare la proposta di emendamento è stato il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, invischiato nelle indagini sulla P3. "Così non cambia nulla - tuona Berlusconi -  Con le modifiche di oggi la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso, e cioè non lascerà gli italiani parlare liberamente al telefono e l'Italia non sarà un Paese davvero civile". Soddisfatto, al contrario, il presidente della Camera Gianfranco Fini, "Prevalso buon senso, in linea con la Carta". In serata è intervenuto anche il responsabile del ministero della Giustizia, Angelino Alfano, dicendo che il nuovo testo "era l'unica mediazione possibile". E ha aggiunto "Dopo due anni di lavoro e discussioni parlamentari, posso affermare che il testo odierno sulle intercettazioni è l'unico punto di arrivo attualmente possibile, stante l'attuale situazione parlamentare ed istituzionale, al fine di conciliare diritto alla privacy, diritto di cronaca ed efficienza delle indagini". Con le modifiche di oggi la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso - tuona il Cav -  e cioè non lascerà gli italiani parlare liberamente al telefono. Intercettazioni pubblicabili – Il cambiamento più importante riguarda la pubblicazione delle intercettazioni considerate rilevanti ai fini delle indagini. L'obbligo del segreto decade se ne viene valutata la rilevanza. Il nuovo principio previsto dall'Esecutivo intende permettere la pubblicazione delle trascrizioni ritenute importanti ai fini dell'indagine. Ciò sarà stabilito in occasione della cosiddetta “udienza filtro” (meccanismo introdotto dall'emendamento governativo) dove saranno selezionate le intercettazioni depositate dal pm e si escluderanno quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee. Di conseguenza si sopprimeranno le parti del ddl che prevedevano il divieto di pubblicazione sino alla conclusione delle indagini. Discrezionalità del pm - Nel caso in cui sia necessario utilizzare le intercettazioni prima dell'udienza-filtro al fine di emettere provvedimenti cautelari o ordinanze di perquisizione, il pm e il giudice selezioneranno le conversazioni che dovranno essere trascritte, in quanto rilevanti, per disporre la misura o l'atto. Slittamento  - A seguito della proposta del governo, è stato infatti fissato a domani il nuovo termine per la presentazione dei subemendamenti. Il Pd chiede più tempo per studiare il testo depositato. "Abbiamo bisogno- spiega la capogruppo Donatella Ferranti- di studiare bene il testo. Per ora ci sembra una mezza via. Perché non viene fissato un termine per far svolgere l'udienza-filtro". Per il voto finale, invece, si prospetta l'avvio della nuova stagione a settembre, dopo le ferie estive. I tempi si sono assottigliati e i margini per giungere a una votazione lampo non sembrano percorribili. Radio radicale rende pubblica la seduta della Commissione giustizia - Oggi Rita Bernardini, rappresentante dei Radicali in Parlamento, ha intercettato la discussione alla commissione Giustizia e stasera alle 19, in accordo con il direttore di Radio Radicale Massimo Bordin, sarà mandata in onda. Il gruppo del Pdl si è opposto alla pubblicità della seduta, nonostante la richiesta di Pd e Radicali e così la discussione si è svolta a porte chiuse. Se non fosse che Bernardini ha registrato tutto e stasera - tramite l'emittente Radio Radicale - la renderà pubblica.  "La Commissione Giustizia della Camera - denuncia la deputata radicale Rita Bernardini, membro della Commissione Giustizia-  non è una società segreta e non si comprende il motivo che ha portato il capogruppo PDL Enrico Costa a negare la pubblicità della seduta. Siamo convinti che ai cittadini e ai giornalisti interesserà seguire il dibattito che in commissione si è svolto sulla pubblicità della seduta, sulla richiesta PD rivolta al Sottosegretario Giacomo Caliendo di fare un passo indietro esonerandosi dal seguire a nome del Governo il provvedimento e sull'emendamento presentato dal Governo stesso e firmato da Caliendo chiamato in causa sulla vicenda P3 proprio sulla base di intercettazioni telefoniche".

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