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Adesso i clandestini arrivano in barca a vela

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Fermati in Puglia 60 iracheni su un "insospettabile" veliero di 18 metri. È la nuova frontiera del traffico di esseri umani

Fabio Corti
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Dopo Mascalzone Latino, Mascalzone "clandestino". Per trasportare in Italia gli immigrati irregolari, i signori del racket si sono inventati un nuovo metodo: non più gli appariscenti barconi della speranza, ma ben più sobrie barche a vela. A chi mai verrebbe in mente di verificare la presenza di clandestini a bordo di un bel doppio albero? Da qualche tempo le forze dell'ordine di pattuglia sulle nostre coste avevano messo a fuoco la nuova trovata, qualche piccola operazione era stata condotta nei mari della Puglia. Questa notte è il caso più clamoroso: 60 immigrati clandestini, tra  i quali 14 bambini in tenerissima età e 15 giovani donne, sono stati   intercettati da militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce, in particolare della Sezione Operativa Navale di Otranto e del Reparto Operativo Aeronavale di Bari, poche miglia al largo di Porto Badisco. Erano a bordo di una barca a vela di diciotto metri adibita al traffico di extracomunitari di etnia afgana ed iraniana, tutti stipati sottocoperta. I militari, insospettiti dal basso livello della linea di  galleggiamento del natante, hanno effettuato un controllo a bordo, scoprendo che era impiegato per il traffico di esseri umani. Due persone di nazionalità turca sono state arrestate poiché ritenute responsabili del traffico illecito. Ai clandestini ed in particolare ai minori sono stati prestati i  soccorsi di sostegno sanitario (con il ricovero d'urgenza per quattro donne). Sono in corso ulteriori accertamenti per la ricostruzione del viaggio illegale che, dai primi elementi, sarebbe durato cinque giorni con partenza da una località turca.

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