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Napolitano sulla P3: "Ne discuta il nuovo Csm"

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Giorni cruciali per l'inchiesta: i pm prenderanno in esame i verbali. Attesi Caliendo, Carbone, Formigoni, Miller e Matone. E il Consiglio è pronto a trasferire Marra

bonfanti ilaria
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Si apre un'altra settimana cruciale per l'inchiesta sulla cosiddetta P3. E il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, interviene con una lettera a Nicola Mancino, precisando che sarà il nuovo Csm "a occuparsi dei tentativi di interferire sugli orientamenti di alcuni consiglieri per favorire la nomina del Presidente della Corte d'appello di Milano, Alfonso Marra, come emerge dalle inchieste". In una nota il capo dello Stato esorta: "Nell'imminenza di una nuova seduta del Parlamento a Camere riunite per l'elezione dei membri laici del Csm, rinnovo un vivo appello a tutti i gruppi parlamentari a definire senza ulteriore indugio le intese necessarie perché le prossime votazioni vadano a buon fine". La lettera a Mancino è stata letta al Comitato di presidenza del Csm e inizia così: "La richiesta prende le mosse, in particolare, dall' esistenza di investigazioni su condotte indebitamente tese a interferire sul voto di alcuni componenti di questo Consiglio in occasione della nomina del presidente della Corte di Appello di Milano. La questione dovrebbe essere dibattuta in termini generali e propositivi, prescindendo dall'esistenza di indagini penali, disciplinari e amministrative sull'episodio". E continua poi: "A parte la seria preoccupazione, che è lecito mantenere, di non interferire in tali indagini, ritengo da un lato che il tema non possa essere affrontato in termini generali e propositivi con la necessaria ponderazione nel momento terminale di questa Consiliatura, mentre è corretto lasciare alla prossima le appropriate decisioni in merito, e, dall'altro, che si debba essere bene attenti a non gettare in alcun modo ombre sui comportamenti di quei consiglieri che ebbero a pronunciarsi liberamente, al di fuori di ogni condizionamento, su quella proposta di nomina concorrendo alla sua approvazione". Intanto il Csm si avvia a trasferire Marra, per i suoi "comportamenti non colposi" che però "determinano l'impossibilità di svolgere a Milano la giurisdizione in modo imparziale e indipendente".  Dagli atti presi in visione dal Csm, raccontano fonti di Palazzo dei Marescialli, "si evince che per la nomina a presidente della Corte d'appello di Milano, Marra chiese e ottenne da alcuni personaggi, tra cui alcuni sottoposti a custodia cautelare, di attivarsi anche presso il Csm". E "il fatto che Marra li abbia messi alla porta significa comunque che ha perso prestigio e ha dimostrato incapacità nel gestire l'attività dell'ufficio sotto il profilo dell'immagine". Nei prossimi giorni gli inquirenti, il procuratore aggiunto, Giancarlo Capaldo, ed il sostituto, Rodolfo Sabelli, vorrebbero esaminare gli elementi raccolti, anche alla luce delle ultime deposizioni, e valutare le posizioni di altri soggetti i cui nominativi compaiono nelle carte processuali e nelle intercettazioni telefoniche. Risulterebbero quindi probabili ulteriori iscrizioni nel registro degli indagati. Sono previsti gli interrogatori del governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, dell'ex sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, e dall'ex assessore regionale campano, Ernesto Sica. La settimana successiva riprenderanno, invece, le convocazioni in procura. A seguito delle audizioni del governatore della Sardegna, Cappellacci, dell'ex sottosegretario all'Economia, Cosentino e dell'ex assessore regionale della Campania, Sica, seguiranno gli interrogatori di testimoni e indagati. Attesi a varcare l'ingresso di piazzale Clodio, ci sono, tra gli altri, il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, l'ex presidente della corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, il Presidente della corte di appello di Milano, Alfonso Marra, il capo dell'ispettorato del dicastero della Giustizia, Arcibaldo Miller, e l'ex avvocato generale della Cassazione, Antonio Martone. A metà settimana, infine, il tribunale del riesame si occuperà del ricorso presentato dai legali dell'imprenditore Arcangelo Martino, arrestato con Flavio Carboni e Pasquale Lombardi, ritenuto uno dei principali indagati dell'inchiesta.

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