Manovra, oggi sciopero di medici e dirigenti sanitari
Ricevuta una delegazione di medici. I sindacati si dicono "fiduciosi" sul fatto che possa aprirsi una discussione
Paralisi della sanità - Scatta lo sciopero di 24 ore di medici e dirigenti sanitari in risposta alle misure che la manovra economica prevede per il settore. Si prospetta oggi una giornata difficile perché non saranno effettuati 40mila interventi chirurgici oltre a migliaia di visite specialistiche ed esami. In occasione dello sciopero, indetto dalle organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria, sanitaria e amministrativa del Ssn, è stato organizzato un sit in di protesta in Piazza Montecitorio a Roma. Il tutto con un originale “sottofondo”: i camici bianchi presenti alla manifestazione avranno con sé una vuvuzelas, simbolo di questi Mondiali 2010. Secondo i sindacati di categoria "il governo e il Parlamento hanno dimostrato di non avere alcun interesse per la salute dei cittadini italiani e per i professionisti chiamati a tutelarla, perseguendo un progressivo impoverimento del servizio pubblico, destinato ad un ruolo residuale, povero per i poveri". Una delegazione di medici appartenenti alla A.A.R.O.I - Emac, Federazione veterinari e medici, Anaao Assomed, Fasid e Cimo-Asd è stata ricevuta dal Capo della Segreteria del Presidente della Camera dei deputati, Alberto Solia, a seguito di una richiesta di incontro formulata nel corso della mattina. L'incontro con il capo della segreteria del presidente della Camera, hanno riferito i rappresentanti sindacali, «è stato positivo. Abbiamo esposto - ha detto Francesco Luca, della Fassid - le nostre rimostranze nei confronti della manovra e cercato di far capire che siamo pronti a pagare quello che serve, come parte del servizio pubblico, ma che chiediamo alcune modifiche, alcune norme di equità a costo zero, come l'eliminazione del comma 32 all'articolo nove, che consente ai direttori generali di non confermare in ruoli di dirigenza anche i medici che hanno ricevuto un giudizio positivo da parte dalla commissione di controllo». I sindacati si dicono «fiduciosi che almeno si apra una discussione» e nei prossimi giorni potrebbero essere ricevuti anche da Gianfranco Fini. Il testo finale del provvedimento secondo i medici "non contiene alcuna risposta ai temi sollevati nell'ultimo mese: nessuna risposta sul blocco del turnover che determinerà nei prossimi 4 anni una carenza di circa 30mila medici e dirigenti sanitari necessari al funzionamento degli ospedali e dei servizi territoriali, anche a fronte del licenziamento della metà dei precari in settori fondamentali quali il pronto soccorso e i trapianti. Nessuna risposta sulla precarizzazione di tutti gli incarichi professionali, non rinnovabili a prescindere da merito e competenze, che spalanca le porte all'invadenza della politica. Nessuna risposta sul congelamento della progressione economica prevista e finanziata dal contratto nazionale e non dalla spesa pubblica, e sulla mancata retribuzione dei turni notturni e festivi; nessuna risposta alla richiesta di attenzione per i giovani medici esageratamente penalizzati nel trattamento economico e nelle prospettive di carriera". I sindacati sostengono che "le richieste di varie categorie sono state accolte con deroghe e attenuazioni. Solo nei confronti della nostra categoria il governo è rimasto assolutamente indifferente, insensibile al valore sociale di un lavoro gravoso e rischioso a tutela di un bene costituzionalmente tutelato, anche a fronte delle ricadute negative nei confronti dei cittadini a partire da liste di attesa sempre più lunghe". Le sigle sindacali credono anche che alcuni aspetti della manovra siano di dubbia legettimità costituzionale e "comunque insostenibili per il sistema sanitario a causa delle pesanti e negative ripercussioni sulle condizioni di lavoro, sulla qualità e sicurezza delle cure, sulla sperequazione già esistente tra i cittadini nel diritto alla salute e chiedono a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della sanità pubblica di far sentire la propria voce in Parlamento per apportare le necessarie modifiche". Milano - Lo sciopero dei medici del comparto pubblico non ha causato alcun rallentamento alle prestazioni mediche negli ospedali milanesi. Al Policlinico Ospedale Maggiore «non si registrano particolari disagi - spiega la struttura - né per quanto riguarda i pazienti ricoverati, né per l'attività di sala operatoria: gli interventi chirurgici programmati sono stati eseguiti». Mentre per quanto riguarda le visite ambulatoriali e gli esami di laboratorio, «pur essendo dichiarata l'adesione allo sciopero il personale, per civismo, ha comunque fornito le prestazioni agli utenti che si sono presentati, nonostante gli annunci di sciopero». Ovviamente, ribadisce la struttura, dalla protesta di oggi sono escluse tutte le prestazioni di emergenza e di urgenza, che rimangono assicurate come sempre. Anche all'Ospedale Luigi Sacco «nessun disagio particolare nè rallentamenti. Si sapeva in anticipo dello sciopero - spiegano i responsabili - e ci si è organizzati di conseguenza con visite e prenotazioni». Infine, nessuna segnalazione di disagio né rallentamento nemmeno da parte dell'Areu, l'Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia, che coordina sul territorio regionale l'attività delle varie centrali 118.