Cerca
Logo
Cerca
+

Sabato "rovente". Da domani temperature in calo

default_image

Scatta l'allarme "bollino rosso" in 21 città italiane. Schizzano verso l'alto anche i consumi di energia elettrica. Cala la produzione di pomodori e latte

Tatiana Necchi
  • a
  • a
  • a

Al via un fine settimana di fuoco. Come da previsioni, afa e temperature massime sopra i valori medi del periodo per questo terzo fine settimana di luglio: la giornata di oggi si conferma una delle più “roventi” dell'estate 2010. Le città in “allerta 3” con rischio ondate di calore segnalate dalla Protezione Civile, sono addirittura 21. Solo una è in stato di “allerta 2”. Passando alle temperature, il caldo africano si è ormai esteso dal centro-nord al sud: la regione con il record assoluto di massime temperature percepite è il Lazio, dove non c'è nessun capoluogo sotto i 38 gradi: Roma, Rieti e Latina sono le tre città più calde, con 39 gradi. Seguono, tutte con 38 gradi, Bologna, Brescia, Civitavecchia, Frosinone, Messina, Napoli, Trieste, Venezia, Verona e Viterbo. Ancora con 37 gradi, Bolzano, Firenze, Genova, Milano.  Sempre a livello di "allerta 3", invece, Campobasso con 34 gradi, Perugia e Torino con 36, Pescara con 35. Con 37 gradi anche Ancona, che però è l'unica a livello di "allerta 2". La situazione però potrebbe migliorare a partire già da domani sera quando il tempo diventerà, pur se tipicamente estivo, un po' più instabile e si verificherà un calo delle temperature che le allineerà con quelle medie stagionali, grazie all'avvicinarsi di una perturbazione atlantica proveniente dalla Francia che causerà temporali sulle Alpi, localmente anche forti, con parziale interessamento della Valpadana. Rovesci o temporali sono previsti da domani mattina specialmente sul Triveneto, mentre nella seconda parte della giornata le precipitazioni si estenderanno anche alle zone appenniniche ed interne del centro-sud.   Per l'inizio della prossima settimana si prevede ancora tempo tipicamente estivo, ma più instabile: i temporali pomeridiani saranno associati a un ulteriore calo delle temperature che si prevede possano tornare su valori allineati con la norma. Ma con il caldo ci sono anche altre questioni da considerare. Infatti i consumi di energia elettrica stanno schizzando verso le stelle. Ieri si è raggiunto il picco massimo: il fabbisogno ha toccato i 56.400 megawatt. Un livello così alto non si vedeva dall'estate del 2007. Non a caso in questi ultimi giorni c'è stato un forte aumento della vendita dei condizionatori. Cala la produzione di pomodori e latte Le alte temperature stanno mettendo al tappeto anche i pomodori con un calo stimato del 20%, mentre nelle stalle si registra un crollo delle produzioni per effetto dello stress a cui sono sottoposte le mucche. Sono questi alcuni effetti del caldo evidenziati dalla Coldiretti su piante e animai nelle campagne dove si  sono registrati i più elevati picchi di temperatura come nella Pianura Padana. «In Italia la prima decade di luglio ha fatto registrare - riferisce la Coldiretti - una temperatura massima superiore di 1,3 gradi centigradi rispetto alla media del periodo di riferimento del trentennio 1970-2000, sulla base dei dati della statistica decadale Ucea. La produzione del pomodoro destinato a passate, polpe e conserve scenderà probabilmente a 600 quintali per ettaro rispetto agli 800 di una situazione normale. Sopra i 30 gradi - spiega Coldiretti - anche le piante vanno in stress e, non riescono più a lavorare e si fermano, nonostante l'irrigazione. I campi sono stati stretti in una morsa di condizioni meteo estreme: prima le piogge torrenziali del mese scorso hanno allagato i campi e impedito lo sviluppo delle radici, mentre adesso - continua la Coldiretti - l'afa africana sta indebolendo i pomodori, che seccano, facendo cadere fiori e frutti». Ma anche gli animali risentono del caldo e così le mucche sono stressate dalle alte temperature producono fino al 15% in meno di latte, rispetto ai circa 30 litri al giorno che vengono munti in periodi normali. «Una emergenza - sottolinea la Coldiretti -  aggravata notevolmente dall'umidità che, come per persone, aumenta la  sensazione di caldo anche per le mucche. Per loro - riferisce la Coldiretti - la temperatura ideale è fra i 22 e i 24 gradi, invece con l'arrivo dell'afa gli animali hanno iniziato a soffrire, mangiano poco, bevono molto e producono meno latte. In soccorso nelle stalle sono state allestite doccette, ventole e condizionatori e utilizzati integratori specifici a base di sali di potassio nell'alimentazione preparata dagli allevatori. Al brusco calo delle produzioni di latte si aggiunge dunque anche - conclude la Coldiretti - un notevole aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori   devono sostenere per sopperire alle necessità di benessere delle   mucche colpite dall'afa».  

Dai blog