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Fiat, Marcegaglia: "A Melfi iniziative di sabotaggio"

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Cresce la tensione tra Fiom e Lingotto. Il sindacato accusa. Ma la presidente di Confindustria e il ministro Sacconi difendono l'azienda

Eleonora Crisafulli
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Si apre il dibattito sul licenziamento dei tre operai della Fiat di Melfi.  I tre del reparto montaggio sono accusati dall'azienda automobilistica di aver ostacolato il percorso di un carrello robotizzato durante un corteo interno e di aver conseguentemente impedito ai colleghi che non aderivano allo sciopero di lavorare. Due dei tre operai licenziati sono sindacalisti della Fiom, e tra il sindacato e il Lingotto cresce la tensione dopo il caso Pomigliano.  La frattura sembra insanabile, stando ai botta e risposta tra Fiat e Fiom. I vertici associativi accusano l'azienda di accanimento contro l'agibilità sindacale. Giorgio Airaudo, segretario della Fiom del Piemonte, definisce il provvedimento "inaccetabile" e assicura che verrà impugnato in tutte le sedi possibili. "L'atteggiamento negativo di Fiat - sottolinea il segretario provinciale torinese Federico Bellono - invece che spegnere le proteste dei lavoratori, le ha ulteriormente rafforzate. I lavoratori non capiscono l'atteggiamento di Fiat ma, cosa ancora più grave, Fiat sembra non capire i lavoratori. Questo solco rischia di allargarsi e questo non è nell'interesse di alcuno". Anche per il segretario della Cgil Guglielmo Epifani la Fiat sbaglia "e prima se ne accorge meglio è. Il rischio è di radicalizzare la situazione e questo non va bene né per i lavoratori, né per l'azienda, né per il Paese". Ma per un sindacato che insorge, ci sono esponenti politici e industriali che ribattono. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, si schiera con la Fiat: "Mi auguro che i gravi episodi di interruzione dell'attività produttiva, di blocco dei semilavorati che hanno determinato l'impedimento al lavoro di altri che non scioperavano, cui son conseguiti i provvedimenti aziendali siano gli ultimi fuochi di un vecchio mondo destinato ad esaurirsi. Se veri ci riportano agli anni Settanta e non sono bei ricordi per chi li ha vissuti". Oggi, spiega Sacconi, "è comprensibile che Fiat chieda il rispetto di regole, il che non significa ridurre il diritto di sciopero, ma impedire che questa azione si trasferisca su quelli che non la vogliono compiere ed evitare che una minoranza possa interrompere la produzione. Dello stesso avviso anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo cui "lo sciopero è un diritto sacrosanto, ma mi sembra che a Melfi si siano superati i limiti: le regole vanno rispettate e lì ho l'impressione che ci si trovi davanti a iniziative di sabotaggio". Alla fine l'auspicio è che possa prevalere il buon senso.

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