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Fini: "quote latte esempio di malcostume e cattiva politica"

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L'affondo del Presidente della Camera contro la Lega. E dodici deputati scrivono a Tremonti perché ritiri la norma

Roberto Amaglio
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Dopo gli affondi sulle intercettazioni, le proteste sulla manovra, gli attacchi per il caso Brancher, le indagini sulla "P3" e sui Grandi Appalti, al Governo guidato da Silvio Berlusconi rischia di andare di traverso persino il latte. A passare il nefasto e pesante bicchiere è stato, manco a dirlo, il presidente della Camera Gianfranco Fini che, prendendo spunto dalla protesta degli allevatori sulla paventata sospensione del pagamento delle multe a chi non ha rispettato il regime delle quote latte, ha definito questa opportunità contemplata da un emendamento della maggioranza "l'esempio di un malcostume e di una cattiva politica che contrasta con i valori civili dell'Italia europea". Fini carica – Inviando una lettera alla presentazione del rapporto di Mario Monti "Una nuova strategia per il mercato unico", il cofondatore del Pdl ha usato parole pesantissime per criticare la misura prevista dal Governo. "Una politica animata da senso di responsabilità non deve né tollerare né assecondare trasgressioni alle norme comunitarie. In caso contrario, si intaccherebbe il prestigio delle istituzioni e si comprometterebbe l'immagine del nostro Paese in Europa". Linea condivisa – L'ennesimo affondo di Fini, però, questa volta trova alleati bipartisan, sia sui banchi della maggioranza che su quelli dell'opposizione. Infatti oggi dodici deputati hanno inviato una lettera al ministro dell'economia Giulio Tremonti, chiedendogli di fare un passo indietro su questo provvedimento. "La vicenda delle quote latte - si legge nella lettera - sta assumendo aspetti a dir poco grotteschi. E' una vicenda spiacevole, non solo perché mina i principi di uno stato equo e di diritto ma ancor di più per i risvolti economici che comporta. Come lei sa, alla luce delle posizioni chiare assunte dall'Ue, gli effetti economici di questa nefasta norma ricadrebbero sui conti dei cittadini italiani in un momento che, con un eufemismo, potremmo considerare non dei migliori. Pertanto con la presente chiediamo il suo intervento affinché non sia inserita nella manovra economica in discussione al Senato della Repubblica la norma che prevede la sospensione del pagamento delle multe a chi non ha rispettato il regime delle quote". La lettera è firmata da Angelo Zucchi, Marco Carra e Massimo Fiorio del Pd, da Mauro Libè e Giuseppe Ruvolo dell'Udc, Anita Di Giuseppe dell'Idv, Viviano Beccalossi, Sabrina De Camillis, Enzo Raisi, Renato Farina del Pdl. Lega assente - A sorpresa, l'unico gruppo a non firmare la missiva è stata la Lega Nord, il cui impegno per le quote latte era diventato, in un passato non troppo lontano, uno dei cavalli di battaglia del Carroccio tra gli agricoltori. A spiegare la posizione del Carroccio, però, ci pensa il vice ministro alle Infrastrutture Roberto Castelli. "Bisognerebbe andare a fondo alle cose prima di fare dichiarazioni. Si vada a vedere veramente cosa è successo in tutti questi anni. Nella quota dichiarata prodotta ci sono degli allevatori che producono e altri che hanno dichiarato di produrre ma non era mica vero: importavano latte dall'estero e dicevano che lo avevano prodotto loro. Anche noi sosteniamo che ci sia stata illegalità, ma è completamente diversa da quella che dice Fini".

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