Il pianto delle Regioni
Nulla di fatto: la manovra non cambia. Intesa, invece, raggiunta con Comuni e Province: arriva l'autonomia fiscale
Il tanto atteso incontro di ieri a Palazzo Chigi tra governo e governatori si è concluso con un nulla di fatto per le regioni. I tagli ci sono e restano. Il vertice, durato poco più di un'ora e mezza, è bastato per capire ai governatori presenti che non ci sarà un margine per la manovra. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti è stato irremovibile e ha mantenuto la sua linea del rigore sui tagli. E così al termine dell'incontro i governatori hanno affermato di voler fare un bel fagotto e di restituire le deleghe. L'intesa, invece, è stata raggiunta con i Comuni e le Province che hanno ottenuto l'autonomia impositiva e una e l'apertura alla modifica del patto di stabilità. Nella giornata di ieri però c'è stata anche la marcia indietro del governo sull'emendamento “Alfano”. Il governo ha ritirato il progetto di riduzione dei tempi dei processi civili, dopo una riformulazione delle norme più contestate. Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha spiegato che la misura sarà presentata in un disegno di legge e che il ritiro risponde alla richiesta di una maggiore riflessione da parte del Parlamento. È passato invece, con un voto di scarto, il rinvio per il pagamento delle multe per le quote latte nonostante l'opposizione dell'attuale ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan, che ha minacciato le dimissioni. Il testo del relatore, Antonio Azzollini, ha subito solo qualche modifica: slitta dunque al 31 dicembre il pagamento della rata delle multe latte per i produttori che hanno aderito alle rateizzazioni. Ora gli occhi sono tutti puntati sull'Aula, dove la manovra approderà martedì. Tranne alcune modifiche già annunciate, come quella sull'Abruzzo che estenderà a 120 le rate per la ripresa dal 1 gennaio 2011 dei versamenti tributari e contributivi nei territori colpiti dal sisma, non dovrebbero esserci cambiamenti nel maxiemendamento del governo che dovrà recepire il testo della commissione. Il provvedimento arriva quindi in Assemblea di fatto già blindato, cosa che rende vana la presentazione di nuovi emendamenti per l'Aula da parte dei senatori. Nessuna spazio per modifiche neanche a Montecitorio, dove il decreto sarà in Aula dal 26 luglio. Quindi dopo un lungo iter in commissione Bilancio del Senato la manovra economica del governo è pronta per l'Aula. La commissione, dopo una maratona di oltre 12 ore, ha approvato ieri il decreto di correzione dei conti per il 2011-2012. Il testo approderà in Aula martedì prossimo e giovedì sarà licenziato da palazzo Madama con voto di fiducia. La votazione finale è prevista giovedì 15.