Intercettazioni, chiuso dibattito. "E' una legge sacrosanta"
Il Premier: "la norma ricalca un altro ddl approvato nel 2007 dalla sinistra, ma allora nessuno parlò di legge bavaglio"
Chiusa la discussione generale - Dopo tre giorni di interventi, si è chiusa la discussione generale sul ddl intercettazioni in Commissione Giustizia alla Camera. Le opposizioni, nel corso del dibattito, hanno ribadito la loro contrarietà sul testo arrivato in terza lettura dal Senato. Ma la maggioranza e il governo, secondo quanto riferisce il deputato Pd in commissione Pietro Tidei: «Hanno dato segnali di apertura alla possibilità di modifiche. Noi abbiamo prospettato i punti che non ci convincono e abbiamo registrato, anche da parte del sottosegretario Caliendo, la possibilità che si possa arrivare ad alcuni cambiamenti, vedremo». Ora il Pdl deve ragionare sulle eventuali modifiche, anche cercando di raggiungere un'intesa al suo interno con i "finiani" che in commissione sono quattro, togliendo dal conteggio la presidente Bongiorno che è anche la relatrice. Slittamento presentazione - Ma c'è anche un'altra questione. Infatti il termine per la presentazione degli emendamenti è stato spostato, su richiesta del Pdl e con l'accordo di Pd e Udc, a martedì alle ore 15 slittando così di un giorno. La richiesta è partita dal capogruppo del Pdl in commissione, Enrico Costa, ed è stata accolta dalla presidente Giulia Bongiorno. A favore si era espresso anche il Pd. La capogruppo Donatella Ferranti in commissione Giustizia alla Camera spiega che «La maggioranza ha chiesto più tempo» per la presentazione degli emendamenti al ddl intercettazioni «per fare delle sue riunioni interne». E sul rinvio a martedì la Ferranti aggiunge: «Il mio gruppo non ha fatto osservazioni auspicando che questo possa servire per arrivare a modifiche sostanziali del testo» arrivato in terza lettura dal Senato. Legge "sacrosanta" - «Ero e resto convinto che si tratti di una legge sacrosanta che ricalca un altro disegno di legge approvato con una maggioranza bulgara nel 2007 quando al governo c'era la sinistra». Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è tornato a difendere il ddl intercettazioni, in un'intervista al tg "Studio Aperto". E poi ha anche precisato: «nessuno allora parlò di legge bavaglio, di oltraggio alla libertà e alla democrazia, ma per la sinistra democrazia e libertà esistono solo quando al governo ci sono loro». La legge proposta dal centrosinistra, ha ricordato Berlusconi, «stabiliva il divieto di pubblicazione di tutti gli atti fino alla conclusione delle indagini, sanzioni per i giornalisti e pubblici ufficiali colpevoli della fuga di notizie e anche un tetto massimo di novanta giorni per le intercettazioni». Niente ostacoli sulle indagini per la mafia - Non è vero che il ddl intercettazioni ostacola le indagini di mafia. «È anzi vero assolutamente il contrario. Il ddl non modifica le indagini. Non un solo reato è stato sottratto alle intercettazioni. Ne abbiamo anzi aggiunto uno: quello dello stalking». Del resto «il nostro è il governo che ha fatto di più e meglio nella lotta alla criminalità in 60 anni sequestrando beni per 12miliardi di euro, arrestando 5.600 presunti mafiosi tra cui 26 dei 30 più pericolosi». La protesta dei giornali e dei siti - O ggi i giornalisti della carta stampata sono in sciopero per protestare contro la legge sulle intercettazioni, ribattezzata Legge Bavaglio. Dunque domani, 9 luglio, i giornali non saranno in edicola. Stop anche ai siti di informazione, che domani rimarrano fermi per tutta la giornata per protestare contro la norma in via di approvazione.