Caso Claps: "Il sottotetto della Chiesa era una squallida alcova"
Appello della famiglia: "Spazzate via l'omertà e l'ipocrisia". Ritrovato Dna di 2 uomini
E si complica nuovamente il caso della morte di Elisa Claps. A circa quattro mesi dal ritrovamento del cadavere e a più di due dall'esito della perizia che ha confermato il delitto emergono altri particolari sulla vicenda dell'omicidio della studentessa di Potenza. Tra i numerosi reperti sequestrati nel sottotetto e nei locali vicini alla Chiesa della Trinità di Potenza, dove il 17 marzo scorso è stata rinvenuta la salma, é stato isolato dai periti nominati dal Gip di Salerno il Dna di due diverse persone di sesso maschile. Lo ha riferito nella giornata di oggi ai consulenti delle parti, nel corso di un incontro tra periti, che si è svolto a Roma, il professor Vincenzo Pascali, Direttore dell'Istituto di medicina legale dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che coordina un gruppo di consulenti. Due Dna, diversi tra loro, sono stati dunque estratti da residui di sperma isolati su un materasso che era posizionato nel sottotetto. E un terzo codice genetico è stato invece isolato da uletriori residui di sperma, individuati però in uno strofinaccio, sequestrato nei locali del centro culturale "Newman", che ha sede nelle stanze della canonica, sottostanti il sottotetto. Due dei Dna, uno proveniente dai residui isolati dal materasso, l'altro da quelli dello strofinaccio, sono risultati sovrapponibili e, dunque, apparterrebbero alla medesima persona. Il terzo Dna è invece risultato diverso dai primi due, e, evidentemente, ricondurrebbe a un altro soggetto. Nei prossimi giorni i due Dna saranno confrontati con quello di Danilo Restivo, unico indagato per il delitto di Elisa Claps e detenuto nel Regno Unito per l'omicidio di una sarta inglese. Il materiale genetico di Restivo sarà estratto da oggetti personali sequestrati dalla polizia inglese, rimasti finora sigillati, e aperto in presenza dell'avvocato Mario Marinelli, legale dell'indagato. Al momento dell'arresto, Restivo non aveva infatti voluto sottoporsi a prelievo di sangue o saliva per l'estrazione del Dna che era stata richiesta con rogatoria internazionale all'autorità inglese dalla magistratura di Salerno che coordina le indagini sull'omicidio della studentessa di Potenza. L'appello di Gildo Claps - Il fratello di Elisa Claps, uccisa il 23 settembre 1993, ha commentato così la notizia del ritrovamento del Dna: " Il sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza era diventato poco più di una squallida alcova, mentre Elisa giaceva buttata come uno straccio nell'angolo più oscuro, abbandonata da tutti, tranne da chi le voleva bene e la cercava disperatamente". Nella nota il fratello di Elisa ha sferrrato un feroce attacco al Presidente del centro "Newman", Rocco Galasso, all'arcivescovo di Potenza, Monsignor Agostino Superbo e a Don Vagno, il sacerdote brasiliano che avrebbe scoperto il cadavere tempo prima del 17 marzo. Gildo Claps ha dichiarato che si è trattato di "una costante e ipocrita difesa della propria immagine della Chiesa e del centro Newman", sottolineando che "proprio in quella chiesa evidentemente tutto poteva accadere, senza che nessuno ne facesse parola. Dal barbaro omicidio agli atti sessuali consumati a pochi metri dai poveri resti di Elisa". E la lettera continua, definendo "raccapricciante per nostra madre scoprire che in quel sottotetto si consumava di tutto". Riferendosi, inoltre, a Monsignor Superbo, Gildo Claps ha definito "farsa" il ritrovamento del cadavere della sorella e ha invitato Don Vagno "e quanti altri sono a conoscenza della verità di compiere un atto di carità cristiana e a squarciare questo sordido velo che ancora ricopre le circostanze della scoperta del corpo di Elisa". A conclusione della ricca nota, Claps ha affermato di essere chiaramente convinto del fatto che "Don Vagno ha mentito sul particolare degli occhiali: la perizia lo dimostra inequivocabilmente". Il sacerdote aveva detto di aver preso in mano gli occhiali della ragazza e di averli riposti vicino ai resti del suo cadavere, ma gli esami hanno dimostrato che le lenti non sono mai state toccate. Claps ha inoltre dichiarato che "è necessario essere rassicurati e informati su quello che accade nelle parrocchie per non ritrovarci un giorno a scoprire quello che stiamo apprendendo noi, dopo il ritrovamento del corpo di Elisa". E il fratello della Claps, che all'epoca della morte della giovane aveva 16 anni, ha rinnovato l'appello a "spazzare via l'ipocrisia e l'omertà che avvolgono questa vicenda. Lo dobbiamo ad Elisa e a ciascuno di noi per non vergognarci di appartenere a questa comunità". E, nel frattempo, venerdì prossimo la Polizia scientifica di Potenza effettuerà nuovi accertamenti nel sottotetto della chiesa della Trinità su richiesta di Eva Sacchi, uno dei periti nominati dalla Procura generale di Salerno, competente sull'omicidio di Elisa Claps. La chiesa è stata sottoposta a sequestro dal 17 marzo, giorno del ritrovamento del cadavere, ed è interdetta al pubblico, con la sospensione di tutte le funzioni religiose. Nel nuovo sopralluogo gli esperti della ricerca delle tracce dovranno provvedere a ulteriori accertamenti sul bottone rosso trovato sotto la salma, mettendolo a confronto con l'abito talare del precedente parroco, Don Mimì Sabia, deceduto nel 2008. Ulteriori approfondimenti riguardano il pavimento del sottotetto e le tegole del tetto per un confronto con delle tracce trovate sotto le suole delle scarpe di Elisa. La Procura ha inoltre emesso un mandato di arresto europeo (Mae) nei confronti di Danilo Restivo, detenuto in Inghilterra. Le autorità inglesi finora non hanno concesso la consegna provvisoria richiesta tramite "Eurojust" e sembrano tuttora intenzionate a non farlo perché ogni 28 giorni notificheranno il mandato a Restivo in videoconferenza e, in tal modo il termine dei 30 giorni previsto dalla disciplina del Mae, viene volta per volta riaggiornato.