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Semaforo verde allo scatto d'ira in auto

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Una sentenza della Cassazione assolve un uomo per un'aggressione verbale dopo un incidente d'auto

Roberto Amaglio
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La giungla della strada di bile ce ne fa accumulare tanta ogni giorno; qualche ingiuria, quindi, può anche scappare ai danni di qualche altro automobilista, soprattutto in caso di incidente stradale. Tuttavia questo sfogo d'ira non sempre va punito con una condanna da parte dei giudici. Questo quanto si apprende dalla sentenza numero 24864 emessa dalla quinta sezione penale della Cassazione. Ribaltando una sentenza con cui il tribunale di Venezia aveva condannato un automobilista che si era lasciato sfuggire offese nei confronti di un uomo, che, guidando contromano, si era scontrato con la sua auto, la Suprema Corte ha accolto il ricorso dell'imputato ricordando che esistono le "cause di non punibilità della provocazione", e che "la caratterizzazione di ingiustizia deve essere parametrata non già all'ipotetica illegittimità del comportamento di una controparte, quanto piuttosto alla conformità della condotta dell'ingiuriato alla ordinarie regole del vivere civile". Traducendo, "mentre non può sostenersi che qualsiasi violazione del codice della strada rappresenti una condotta atta a dare luogo a reazioni verbali scriminabili, d'altra parte è anche vero che la condotta in questione deve comunque essere valutata dal giudice, nella detta prospettiva di non punibilità, con riferimento ai connotati che ha assunto in concreto, affinché sia accertato se essa abbia presentato, rispetto alla posizione dell'interlocutore, i connotati della contrarietà alle regole della civile convivenza tale da scatenarne la reazione in stato d'ira". Giustizia è fatta? Per quanto lo scatto d'ira è sempre da condannare, nemmeno gli “ermellini” della Cassazione se la sono sentita di negare un sano scatto d'ira a chi viene centrato in auto.

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