Tremonti: "Il ministro del Federalismo è Bossi". Brancher sempre più solo
Per il Senatur pace fatta fra governo e Regioni dopo la sua mediazione, ma Formigoni resta scettico
Nessun dubbio: "Il ministro del Federalismo è Bossi". Anche Tremonti snobba Brancher e in conferenza stampa spiega così l'assenza del neonominato al Decentramento. Si parla di federalismo e di quantificare spese e vantaggi: "Il costo c'è se non si fa il federalismo - spiega Tremonti al termine del Consiglio dei ministri - se si lascia fuori controllo la finanza pubblica". Il concetto espresso è questo: "Se volete dividere non fate il federalismo fiscale, se volete evitare che si divida facciamo il federalismo fiscale". L'importante è il metodo, secondo il ministro, mentre "I numeri verranno fuori non da una cifra. Quindi i numeri verranno fuori tra luglio e settembre". Finanziaria - C'è un piccolo margine di manovra sulla finanziaria, a patto che non sia stravolta nei suoi contenuti essenziali, ossia le cifre non sono negoziabili. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine della riunione di maggioranza in Senato, non molla: "La finanziaria è entrata in Parlamento seria e solida - spiega - il Parlamento sta facendo un lavoro molto serio e solido. La finanziaria uscirà dal Parlamento seria e solida come è entrata a saldi e soldi invariati. Il paese - ha concluso - può stare tranquillo". Uscito dal colloquio con i senatori del Pdl, Tremonti ha ribadito la linea del rigore e nemmeno Bossi è riuscito a convincerlo, nemmeno un po', a rivedere stime e programmi. Dopo gli affondi di Formigoni e dei presidenti delle Regioni e alla vigilia dello sciopero nazionale annunciato dalle toghe, sulla manovra finanziaria varata dal governo si allungano due emendamenti che faranno discutere: il primo, già presentato in commissione ieri sera, permette agli enti territoriali di decidere dove tagliare (non quanto); il secondo, annunciato nel pomeriggio di mercoledì dal ministro Giulio Tremonti, appare un'apertura nei confronti delle rimostranze dell'Anm. Tra i 2500 emendamenti proposti alla manovra correttiva, infatti, eccone uno che entra nel cuore del problema dei tagli e degli enti pubblici. Il relatore Antonio Azzollini (Pdl), infatti, ha presentato in commissione Bilancio al Senato uno volto a ripartire i tagli previsti dal pacchetto Tremonti “secondo criteri e modalità stabiliti in sede di conferenza Stato-Regioni”. Insomma tagli sì, ma perlomeno flessibili e non “orizzontali”. Regioni – Come detto da tutti i referenti politici del Pdl, il sacrificio c'è e rimane: sposata la linea Tremonti, non si abbandona. Per quanto riguarda le stime, i tagli saranno di 8,5 miliardi per le Regioni in 2 anni, 4 miliardi per i Comuni; 800 milioni per le Province. Le novità, però, ci sono e sono contenute in uno degli 11 emendamenti presentati in serata in commissione: tra queste lo scalone unico al 2012 per le pensioni delle donne della Pubblica amministrazione, l'innalzamento della soglia di invalidità, l'alleggerimento dei tagli sulla sicurezza e, come già anticipato, la proroga delle tasse per gli imprenditori abruzzesi. Ma , soprattutto, l'allentamento del Patto di Stabilità, con una rimodulazione interna che permetterà agli enti territoriali di “aggirare” le norme più vincolanti e liberare così somme di denaro per il momento bloccate. Formigoni boccia l'emendamento – Attesa la reazione delle Regioni, le quali da alcune settimane sono in agitazione proprio per i tagli previsti dalla manovra Tremonti. Dopo la disponibilità espressa da Berlusconi nella giornata di lunedì a sedersi intorno a un tavolo e incassato l'appoggio di Umberto Bossi. L'emendamento sulla ripartizione dei tagli alle Regioni prevista nella manovra anticrisi e proposta dal parlamentare Pdl Antonio Azzolini non è piaciuto a Formigoni. Per niente. E' “una pezza peggiore del buco: Noi siamo disponibili oggi e sempre a sederci responsabilmente a un tavolo per cooperare con il governo. La nostra non è una lotta di contrapposizione, ma volontà di collaborare con il governo”. Non è dello stesso avviso Bossi, che dice: "Oggi è scoppiata la pace tra Tremonti e le Regioni. Anche le regioni hanno digerito la finanziaria". Capitolo toghe - Mentre lo sciopero generale del 1 luglio sta montando, dal governo arriva un segnale di apertura nei confronti della magistratura. E' lo stesso Giulio Tremonti ad annunciare quest'altra proposta di modifica. "Presenteremo in Senato un emendamento - dice il ministro - e credo che la categoria ne farà oggetto di considerazionerazione". Tuttavia l'annuncio dell'ultim'ora non cambia la strategia dell'Anm: domani i magistrati scenderanno in piazza. "Prendiamo atto dell'emendamento annunciato dal ministro Tremonti, - dichiara il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara - ma la protesta rimane confermata".