Saviano morto ammazzato su Max
Lo scrittore: "Un'immagine di cattivo gusto utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi vive protetto"
"Hanno ammazzato Saviano". Queste parole e un piccolo testo esplicativo corredano la foto di un Roberto Saviano martirizzato che occupa le prime due pagine di Max. Il periodico, in edicola venerdì, è destinato a far discutere sostenitori e oppositori dell'autore di Gomorra e a sollevare polemiche e obiezioni. L'immagine non è altro che un fotomontaggio firmato dallo specialista Gian Paolo Tomasi, un'elaborazione con Photoshop di grande effetto, a metà tra il Cristo del Mantegna e il cadavere di Che Guevara. Saviano è disteso su un lettino da obitorio con i ferri che gli sostengono la testa e un cartellino di identificazione appeso al piede. Il messaggio è chiaro. Andrea Rossi, direttore della testata, spiega che non si può andare avanti con le critiche e le accuse contro lo scrittore che ha denunciato la camorra e, come riportarto dalla Stampa, protesta: "Ma insomma qual è il problema, la camorra o Saviano che la camorra la combatte? Mi pare che il gioco che si profila sia quello della delegittimazione: svalutate ciò che dice per isolarlo, poi se arriva quello che lo fa fuori...". I mandanti "tutti possono immaginarseli". Pornografia - Le reazioni non si fanno attendere. Scrive Martinetti sulla Stampa: "C'è qualcosa di ignobile e di pornografico in questa operazione della rivista Max, in genere più avvezza ai modelli di Dolce&Gabbana che agli eroi dell'Italia civile: l'ipocrisia sbattuta in prima pagina. Uccidere Saviano per denunciare chi lo minaccia? Ma va là: le immagini, come le parole, sono pallottole, il pallore cadaverico applicato con il trucco del photoshop sul volto dolente di quel ragazzo rappresentante dell'Italia perbene è una volgare messinscena finalizzata in fin dei conti non a discutere, ma a vendere copie. Pubblicità, sulla pelle di una persona che la pelle se la gioca davvero". Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia. Ad ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire La replica di Saviano - Ma la condanna più dura a quella da molti vista come "un'operazione pubblicitaria", arriva dal soggetto del discusso fotomontaggio, Roberto Saviano: "Lo trovo di cattivo gusto. Un'immagine utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me in Italia e all'estero vive protetto. Un'immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita. Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia. Ad ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire".