La replica della Lega: "Fini dice che la Padania non esiste perché ne ha paura"
Bossi: "10 milioni di persone disposte a battersi". Cota: "La Padania esiste. È sempre esistita nella storia ed esiste nella realtà socioeconomica"
All'indomani del raduno leghista di Pontinda, giorno in cui il Presidente della Camera Gianfranco Fini aveva definito la Padania una «felice invenzione propagandistico-lessicale» e un «neologismo», i leghisti sferrano il loro contrattacco. «Fini dice che la Padania non esiste perché ne ha paura. È la parte del Paese che produce e paga le tasse e per questo vuole il cambiamento. Ecco perché molti ne sono intimoriti». A pronunciare queste parole, in replica alle dichiarazioni di ieri di Fini, è il leader della Lega Umberto Bossi in un'intervista a “La Repubblica”. Poi aggiunge anche che le sue dichiarazioni sono «parole senza senso di chi da noi non prende voti. La Padania - sottolinea - è talmente inesistente che a noi ha dato più voti che a tutti gli altri partiti». Dunque il motivo per cui Fini parla così è perché «abita molto lontano dalla Padania, non gira casa per casa, non conosce questo territorio e per questo qui da noi non becca un voto». Ma Bossi ribadisce anche la sua idea di trasferire alcuni ministeri nelle città settentrionali, come Milano, Venezia e Torino: «È una necessità e un'opportunità» mentre «per molti è una rivoluzione: sono i centralisti che stanno acquattati nelle pieghe dello Stato». Fermandosi a parlare con i cronisti alla Camera, Il Senatùr ha dichiarato che "ci sono 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania. Vuol dire che esiste. Non esiste come Stato, ma esiste la Padania". Le polemiche "non fanno bene alla salute di Fini, perché è difficile per lui prendere voti da quelle parti", ha aggiunto sarcastico. Quindi, quando gli viene chiesto se è pronto ad accogliere Fini che ha annunciato una sua maggiore presenza al Nord, Bossi replica: "Non sto ad accogliere chi spara a zero contro di noi. Si arrangerà da solo, ha le gambe e la capacità di prendere il treno". Prima di lasciare Montecitorio, Bossi torna anche sulla Nazionale di calcio: "Tanto la partita (Italia-Slovacchia) se la comprano: vedrete che al prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi che giocano nelle squadre italiane...". La Padania esiste – Dura è anche la reazione del presidente leghista della regione Piemonte, Roberto Cota, che dice: «Gianfranco Fini può dire quello che vuole, ma la Padania esiste. È sempre esistita nella storia. Esiste nella realtà socioeconomica e la controprova sono i nostri consensi, che aumentano sempre di più». Cota respinge, poi, al mittente le accuse alla Lega di mettere a rischio la coesione nazionale. «La coesione - sostiene - può essere data solo dal federalismo che significa riscrivere un nuovo patto tra i territori senza disconoscere le differenze che esistono. Solo così avremo uno Stato moderno». Non sono turbato a parlare di Padania – Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, interviene sulla polemica provocata dalle parole del presidente della Camera Gianfranco Fini sulla Padania che «non esiste», e dice: «La Padania è uno slogan rivolto agli elettori della Lega, che non deve preoccupare, purché non si ceda a tentazioni neo secessioniste, l'unità è nel cuore degli italiani». Il ministro spiega anche che l'attaccamento al territorio è parte della storia italiana e «bisogna semplicemente non vederlo in contraddizione con l'unità dello Stato». Dunque, in sintesi, «non mi sento per niente turbato -ha riassunto Frattini- sentendo parlare di Padania, mi sentirei turbato se mi sentissi dire che l'Inno nazionale non c'è più, che il Tricolore non c'è più, ma nessuno dei colleghi della Lega l'ha detto salvo qualche battuta minoritaria». Del resto, ha aggiunto ancora Frattini, «l'unità del Paese è radicata troppo fortemente nel cuore degli italiani». Naturalmente, ha osservato, «quando si viaggia nel mondo è un valore che si sente di più, quando si è in Italia lo si da più per scontato. Quando come accade a me si è in giro per il mondo è importante vedere la bandiera italiana». La questione è più grande - Davide Boni, Presidente del Consiglio regionale lombardo ed esponente della Lega Nord, in merito alla battuta di Fini dichiara: «Non si deve sottovalutare o liquidare come una battuta infelice», perché in questo modo vengono automaticamente negate le esigenze e le rimostranze di una parte consistente del Paese, quella che produce la maggior parte del Pil nazionale, quella che premia coloro che da anni portano avanti la questione settentrionale e le esigenze di autonomia delle nostre Regioni. Ecco perché la questione assume un carattere molto più ampio: un recente sondaggio ha dimostrato che tra gli elettori sta prevalendo il sentimento di appartenenza a Comuni e Regioni evidenziando come i cittadini abbiano perso fiducia in una macchina statale assistenzialista e centralista, riscoprendo, di conseguenza, il senso di appartenenza al territorio in cui sono nati e cresciuti. Invece di prendersela con la Padania, probabilmente qualche illustre alleato dovrebbe da un lato rimproverare chi, ancora oggi, osteggia il cambiamento e dall'altro supportare maggiormente chi da sempre sta lavorando per portare avanti le riforme vitali per l'intero Paese».