L'Ue ha deciso di castigare le banche
Ogni stato avrà i suoi criteri per tassarle, Merkel: "Paghi chi ha messo a rischio il mercato". Contraria la Marcegaglia: "I costi ricadranno su imprese e risparmiatori"
I 27 membri dell'Unione europea (nella foto, Berlusconi, Sarkozy e Barroso) raggiungono l'accordo sull'introduzione di una tassa sulle banche. Spetterà ai singoli stati stabilire i criteri di applicazione. Appoggiata in pieno, dunque, la posizione del Cancelliere tedesco Merkel che arrivata al vertice di Bruxelles aveva detto che era necessario "tassare chi ha messo a rischio il mercato”. Inoltre, tutti d'accordo a promuovere la tassa antispeculatori sulle transazioni finanziarie al prossimo G20 a Toronto. E se a livello planetario non accade niente, nessun problema l'Ue non attenderà e andrà avanti da sola. No degli industriali italiani alla tassazione delle banche. Emma Marcegaglia, presidente Confindustria, non è favorevole perché “è moto facile che si trasformi in maggiori costi, commissioni per le imprese e i risparmiatori”. Da Cremona dove si trova per l'assemblea dell'associazione degli industriali della città, dice che "la soluzione preferita è quella di scrivere “nuove regole” senza ulteriori aggravi che passerebbero dalle banche “sempre alle imprese e ai risparmiatori”. Draghi: bene lo stress test - Ieri il presidente Ue, Herman Van Rompuy, ha annunciato alla conferenza stampa a conclusione del vertice europeo che i risultati degli stress test sulle banche dovranno essere pubblicati entro la fine di luglio. Sull'argomento ci è tornato oggi il capo di Bankitalia, Mario Draghi: “Sono lieto di vedere che in Europa c'è consenso sulla pubblicazione degli stress test. Sicuramente lo faremo anche in Italia. I Paesi con buone banche hanno tutto da perdere a non rivelare qual è la situazione, mentre hanno tutto da guadagnare da questa maggiore trasparenza” perché “gli investitori vogliono maggiore trasparenza, vogliono sapere dove stanno investendo, dove va a finire il loro denaro e cosa stanno acquistando. Non mostrare come si presenta la situazione delle banche è la maggiore fonte d'incertezza in Europa”. Ospite alla conferenza di Efige (European firm in a global economy) a Roma, Draghi vede la fine del tunnel: “Speriamo di essere nella scia della recessione globale, che ha ridisegnato i vantaggi comparativi tra le nazioni. Questo sta creando problemi di competitività all'economia Europea. Per questo è assolutamente necessario che torni al centro del dibattito politico”. Straordinario successo del Cav -Al vertice europeo dei capi di Stato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi "ha ottenuto un successo straordinario", ha affermato il ministro dell'economia Giulio Tremonti. Ora l'Ue considera il debito pubblico dei vari paesi non solo guardando alla sua mole, ma anche "alla sua dinamica e alla sua stabilità complessiva". Nel documento finale infatti è stata inserita la visione italiana di valutare anche il livello del debito privato nelle procedure di sorveglianza dei bilanci pubblici. In Italia, spiega Tremonti, "abbiamo ereditato un grande debito, ma che ha una dinamica più lenta che in altri paesi". E poi "abbiamo una grande ricchezza delle famiglie, con poco debito nelle imprese. Un sistema pensionistico stabile. Complessivamente il nostro sistema è molto sostenibile. In questo modo il vertice è stato chiuso molto bene, grazie al contributo di Berlusconi. Siamo in pista - ha concluso il ministro - e abbiamo il biglietto che ci compete". Giunto a Bruxelles per il vertice, il Cav non ha parlato con la stampa e ai giornalisti ha detto: Tanto vi inventate tutto, no?". Durante il vertice il presidente della Commissione, Josè Manuel Barroso, ha chiesto inoltre ai Ventisette di rendere pubblici gli "stress test" delle banche europee, ovvero le simulazioni sulla loro capacità di resistenza in situazioni di mercato avverse. Secondo Barroso, che si è detto "fiducioso sulle capacità di resistenza dell'industria bancaria europea", il Consiglio europeo dovrebbe prendere "un impegno chiaro" su questo punto. La pubblicazione "caso per caso" aiuterebbe a rimuovere "sospetti infondati" su certe banche e "far fronte a possibili casi di difficoltà nello scenario economico più negativo. La Commissione europea, ha ricordato infine Barroso, "ha già dimostrato che, in caso di bisogno, il quadro Ue sugli aiuti di Stato può essere applicato con sufficiente flessibilità da poter affrontatre queste situazioni in modo tempestivo e fornendo condizioni di certezza giuridica". Banche italiane non sono sanguisughe - La tassazione delle banche in Italia non è necessaria perché "le banche hanno dimostrato di non essere sanguisughe". Sono queste le parole dette dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, nel corso di un'audizione alla Commissione Affari Esteri della Camera parlando dell'ipotesi, ancora allo studio, di introdurre un prelievo europeo sulle aziende creditizie. Ma livello europeo "il discorso non è ancora molto maturo", nonostante serva una linea unitaria. "C'è stata una prima proposta della task force del presidente Ue, Herman Van Rompuy, in Ungheria, ci hanno detto che stanno realizzando questa misura ma non è chiaro se il prelievo avverrà sugli asset capitali delle banche o sui profitti". Dunque per Frattini "ciò dimostra che ci vuole un quadro europeo e non è possibile che ogni Paese faccia le proprie misure di tassazione".