Belgio, nelle Fiandre vincono i nazionalisti. I socialisti al Sud
Di Rupo probabile premier di governo coalizione. L'obiettivo di De Wever è aumentare al massimo l'autonomia delle Fiandre
Un terremoto – La stampa belga non usa mezzi termini per definire il risultato delle elezioni politiche di ieri, che si è conclusa con la vittoria scontata, ma maggiore del previsto, dal partito nazionalista e indipendentista fiammingo di Bart De Wever. Un esito clamoroso in un paese che finora aveva allontanato lo spettro della scissione fra le Fiandre a Nord e il Sud francofono, accusando gli osservatori stranieri di fornire interpretazioni viziate da un'eccessiva drammatizzazione. Oggi i francofoni sanno che non sarà più possibile temporeggiare poiché è arrivato il momento di negoziare con i fiamminghi il futuro del Belgio. I voti - Ma c'è anche un altro dato importante da considerare: l'ampio successo fra i partiti francofoni del Ps di Elio Di Rupo. Una vittoria anche in questo caso prevista, che è stata confermata al di là delle aspettative e resa più solida dal buon recupero dei “cugini” socialisti dell'Sp.A nelle Fiandre. Il risultato è che il Ps, arriva a 26 seggi in totale e può formare la prima famiglia politica nel Parlamento Federale insieme ai socialisti fiamminghi dell'Sp.A. . Ciò significa che Di Rupo è il candidato più probabile al posto di primo ministro, ma dovrà guidare una coalizione in cui non sarà possibile escludere De Wever, e avere come prima priorità una riforma dello Stato. L'ipotesi più gettonata per questa coalizione è quella della “simmetria” con le maggioranze di governo delle due Regioni più importanti, la Vallonia e le Fiandre: nella prima, il Ps governa con i democristiani umanisti del Cdh (9 seggi) e con i verdi di Ecolo (8 seggi). Nella seconda, l'Sp.A (13 seggi) è alleato con i cristiano democratici del Cd&v (17 seggi) e con lo stesso N-Va di De Wever. Della coalizione non farebbero parte i liberali, né quelli francofoni dell'Mr (Movimento riformatore, 18 seggi), né quelli fiamminghi dell'Open-Vld. I due partiti liberali hanno perso 5 seggi ciascuno e sono, insieme all'ultra destra fiamminga del Vlaams Belang, i veri sconfitti di queste elezioni. Un voto anticipate che è stato determinato proprio dal leader dell'Open-Vld, Alexander De Croo, che ha fatto cadere il governo Leterme, di cui faceva parte, per accreditarsi come campione del nazionalismo fiammingo, scalzando De Wever. Mossa, però, non riuscita. La dichiarazione di Di Rupo - Di Rupo ha sottolineato il successo di De Wever e lo ha definito "un segnale forte", e dice che "una grande parte della popolazione fiamminga desidera un'evoluzione istituzionale del nostro Paese. E per stabilizzare il Paese, questo messaggio va ascoltato". Poi ha aggiunto: "Insieme dobbiamo avere il coraggio di concludere un accordo equiolibrato. I francofoni - ha concluso Di Rupo -devono fare un passo verso fiammingi e gli eletti faimmnghi un passo verso gli eletti francofoni". Moderazione di toni - De Wever, da parte sua, ha esortato l'inizio dei negoziati incoraggiato i francofoni a "non avere paura". Ma non ha rinnegato il suo credo indipendentista, ne ha solo moderato i toni. Il leader nazionalista fiammingo ha rinunciato per ora ai propositi di scissione unilaterale, che tra l'altro comporterebbe grossi problemi con l'Ue, per cercare una soluzione consensuale che riconosca il fatto che le Fiandre e il Belgio francofono sono "due diverse democrazie, con diverse opinioni pubbliche". Una vertà che ormai nessuno può negare. L'obiettivo di De Wever è aumentare al massimo l'autonomia delle Fiandre, per muovere poi verso una "confederazione" che sostituista l'attuale Stato federale. Ma è difficile che Di Rupo accetti di marciare a questo ritmo. La parola spetta, alla fine, al re Alberto II per l'incarico di formare il nuovo governo.