Lavori autostrada Salerno-Reggio Calabria: 52 arresti
Appartenevano alle cosche della 'Ndrangheta. Si erano infiltrati negli appalti per i lavori di ammodernamento dell'A3
Super operazione - La squadra mobile di Reggio Calabria ha eseguito un cinquantina di arresti per un'inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia della città dello stretto contro presunti affiliati a potenti cosche della 'Ndrangheta che operano nella zona di Palmi e che erano riuscite a infiltrarsi negli appalti per i lavori di ammodernamento dell'autostrada A3. L'inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò. Le famiglie colpite dall'operazione sono quelle dei Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano e Bruzzise-Parrello contrapposte in una sanguinosa faida tra gli anni '80 e '90 e anche più recentemente. Agli indagati sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, omicidi ed estorsione. I lavori sull'autostrada - I lavori finiti nel mirino degli investigatori sono quelli del quinto macrolotto che interessano il tratto compreso tra Gioia Tauro e Scilla. L'arrivo dei lavori nella zona di Palmi e gli appetiti per gli affari che ciò comportava, tra l'altro, secondo quanto emerso dalle indagini degli uomini di Renato Cortese, aveva portato a una ripresa dei focolai di violenza tra le cosche della zona, contrapposte, negli anni '80 e '90, in una sanguinosa faida che aveva provocato decine e decine di morti. Gli arresti - Tra gli arrestati ci sarebbero mandanti e autori di una decina di delitti compiuti tra gli anni '80 e '90, quando la faida raggiunse il massimo della violenza. Lo scontro tra le cosche Gallico-Morgante-Sgrò-Scigliano da una parte e Bruzzise-Parrello dall'altra, ha provocato decine e decine di morti. Secondo gli investigatori, gli appetiti delle due consorterie per gli appalti dei lavori di ammodernamento della A3 avevano portato, recentemente, ad una riacutizzarsi della tensione con nuovi delitti. Le tangenti - Le cosche, secondo quanto si è appreso, grazie ad alcune imprese collegate a degli affiliati erano anche riuscite ad ottenere alcuni lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria. In base a quanto è stato ricostruito dagli investigatori della squadra mobile reggina, le cosche della 'ndrangheta di Palmi imponevano una tangente del 3% alle imprese appaltatrici e la fornitura del calcestruzzo presso aziende compiacenti. Grazie, quindi, ad imprese collegate direttamente alle famiglie, la 'ndrangheta palmese era così riuscita a mettere le mani sugli appalti per i lavori sulla A3. Un sistema che andava a discapito dell'economia sana, completamente tagliata fuori dalle imprese colluse che approfittavano del potere mafioso che era alle loro spalle per ottenere i lavori di subappalto, per questo in manette sono finiti anche diversi imprenditori.