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Il Mose di Venezia alza il sipario il 9 giugno

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È il più grande cantiere di ingegneria idraulica del mondo

Tatiana Necchi
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Si alza il sipario - In un momento di forte difficoltà economica il Mose, il più grande cantiere di ingegneria idraulica del mondo, sembra essere la testimonianza di ciò che l'Italia è in grado di fare e di esportare in ogni angolo del pianeta. Non a caso, infatti, il Mose è anche uno dei volti che rappresenta l'Italia all'Expo di Shanghai. Così il presidente della Regione Veneto Luca Zaia annuncia la sua prima uscita ufficiale per visitare il Mose che aprirà le sue porte il 9 di giungo anche alla stampa nazionale e internazionale. Il cantiere si aprirà alle telecamere e alla stampa con una visita molto articolata che si svolgerà nell'arco dell'intera mattinata. Al termine ci sarà una conferenza stampa sullo stato avanzato di realizzazione dell'opera. Ad accompagnare Zaia ci saranno l'ingegnere Patrizio Cuccioletta, presidente del Magistrato alle Acque e l'ingegnere Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova. «Il cantiere impiega 3000 operai, che hanno già completato il 63% dei lavori. L'obiettivo - aggiunge Zaia - è proteggere un'opera d'arte qual è Venezia. E per raggiungerlo il Veneto e l'intero Nord Est hanno attivato un potente motore di sviluppo, diversificando la propria economia, coinvolgendo le migliori forze produttive e i più avanzati settori della ricerca scientifica, un patrimonio che nessuna crisi potrà dissipare». Cos'è il Mose - Il termine Mose è un acronimo per MOdulo Sperimentale Elettromeccanico che consiste in un sistema integrato di opere costituito da paratoie a scomparsa in grado di isolare la Laguna di Venezia dal Mare Adriatico durante l'alta marea. La struttura rientra nel piano di interventi per la salvaguardia di Venezie e della Laguna. Il progetto è stato avviato nel 1987 grazie al Ministero delle Infrastrutture, il Magistrato delle Acque di Venezia (il braccio operativo lagunare del Ministero). Il tutto tramite il Consorzio Venezia Nuova. Alcuni interventi sono già stati realizzati, altri sono in dirittura d'arrivo. Questo resta, comunque, il più grande programma di difesa, recupero e qualificazione dell'ambiente che lo stato italiano abbia mai attuato.

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