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Marea nera, BP annuncia un primo successo nelle operazioni di recupero

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Ma l'amministrazione americana aumenta le pressioni: "Chiarire le reali intenzioni"

Monica Rizzello
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Dopo settimane di fallimenti, la British Petroleum ha annunciato un primo parziale successo delle operazioni per limitare la fuga di greggio nel Golfo del Messico: il tubo, del diametro di 15 centimetri e lungo 1,6 chilometri, è stato inserito nel pozzo di petrolio da cui sgorga la marea nera da un robot sottomarino. Sarà quindi possibile pompare una parte di greggio verso la superficie, dove sarà recuperata da una nave tanker, anche se non è chiaro quanto del greggio che fuoriesce potrà essere effettivamente catturato dal tubo. Nel frattempo, però, le stime sull'effettiva perdita di greggio dal pozzo sembrano confermare un quadro molto più grave del previsto: la fuoriuscita sarebbe tra i 25mila e gli 80mila barili al giorno, contro i 5mila indicati dalla società petrolifera. Aumenta quindi la pressione sulla British Petroleum da parte dell'amministrazione americana: il Dipartimento di sicurezza interna ha chiesto a Tony Hayward, numero uno della Bp, di chiarire le sue "vere intenzioni" riguardo ai costi di contenimento e pulizia della macchia nera, stimati in 450 milioni di dollari. Il ministro degli Interni, Janet Napolitano, ha affermato che i cittadini "hanno diritto a informazioni chiare sull'impegno della Bp a risarcire il danno compiuto e le sue conseguenze". La British Petroleum, nei giorni scorsi, ha assicurato che sosterrà i costi "necessari" di risanamento ambientale e che ripagherà i danni nei confronti di "legittime" richieste di risarcimento.

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