L'ira di Bondi: "Contro di me diffamazioni"
Il ministro dei Beni culturali si rivolgerà alla magistratura se il suo nome sarà ancora affinacato a inchieste in cui non è coinvolto
Tra i politici stanchi di essere tirati in ballo ingiustamente dai media, in inchieste e cricche a loro estranei, spunta anche il ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi. Il coordinatore del Pdl è furioso, dopo essere stato chiamato in causa nell'ambito delle inchieste sugli appalti per le grandi opere delle procure di Perugia e Firenze per via delle nomine per i lavori di ristrutturazione del museo degli Uffizi, reagisce e minaccia querele. Bondi è pronto a rivolgersi alla magistratura se il suo nome continuerà a essere affiancato a inchieste in cui non è coinvolto: "Leggo anche oggi sulle pagine di un quotidiano il mio nome associato ad inchieste in corso, di cui non ho alcuna notizia, con tanto di riferimenti a supposte informative della Guardia di Finanza. Sono esposto in questo modo da circa una settimana, e chissà quanto ancora continuerà questo incivile e violento trattamento, ad ogni genere di supposizioni, di sospetti e di diffamazioni. Ho affidato perciò al mio avvocato, avv. Alberto Genovese, l'incarico di agire in tutte le sedi e nei confronti di qualunque soggetto abbia concorso e concorra a ledere la mia onorabilità e la mia onestà personale". In difesa del ministro arrivano subito le dichiarazioni di Cicchitto, Capezzone e Giro. Cicchitto - Il capogruppio dei deputati del Pdl commenta: "L'esercizio puramente diffamatorio di alcuni giornali nei confronti di Sandro Bondi dà il segno di una campagna in corso, nella quale uno dei rischi è che gli autentici colpevoli si fanno schermo degli innocenti. E' il caso di questa campagna contro Bondi ed è anche il caso della cosiddetta lista Anemone, finora ignorata dalle Procure di Roma e di Firenze, però, evidentemente, ben conosciuta da qualche settore della polizia giudiziaria, che l'ha tirata fuori passandola non ai magistrati ma ai giornali. Anche in questo caso pochi colpevoli si fanno schermo dei molti clienti che hanno regolarmente pagato i servizi ricevuti". Capezzone - Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, "è davvero grave, ma anche emblematico di quella che sembra divenuta un'abitudine italiana, che continui una piccola sequenza di insinuazioni giornalistiche contro il ministro Sandro Bondi, di cui tutti conoscono l'onestà personale e la correttezza politica. A lui desidero esprimere totale solidarietà. Amareggia il fatto che il gusto di sparare nel mucchio sembri prevalere troppo spesso nel costume giornalistico italiano. E' troppo sperare che, prima o poi, qualche cronista e qualche direttore si domandino cosa proverebbero loro stessi, se il loro nome fosse ingiustamente inserito in contesti negativi", conclude. Giro - In una nota Francesco Giro aggiunge: "Al mio ministro Sandro Bondi voglio esprimere la mia personale solidarietà. Contro di lui c'è uno strano e inquietante stillicidio di notizie che non giovano alla ricerca della verità e al lavoro della magistratura di Perugia. Sandro Bondi è persona onestissima e perbene e colpirne l'immagine significa gettare discredito sulla parte migliore della politica e del governo nazionale".