Fini si nega. E Berlusconi aspetta la prossima mossa
"Bisognerà attendere, ma la maggioranza è solida". L'ex di An: "Da parte nostra nessuna imboscata. Ringrazio chi mette il sale nella minestra"
Dopo scontri, fratture e incontri annullati, il leader del Pdl tranquillizza i membri del partito e gli esponenti di governo sulla solidità della maggioranza. Secondo indiscrezioni, durante la cena di ieri con gli imprenditori a Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi avrebbe dichiarato che bisognerà aspettare le prossime mosse di Gianfranco Fini, ma per ora la maggioranza è solida e il Governo può continuare ad attuare il suo programma. D'altra parte sono i numeri stessi a parlare: l'ultima dimostrazione è il voto di fiducia sul dl incentivi votato in modo compatto dal centrodestra. Umberto Bossi non perde l'occasione per ribadire il ruolo del Carroccio: «Fin quando ci siamo io, la Lega e Tremonti, il governo non rischia, non lo buttano giù». E al termine del Consiglio dei ministri ironizza: «La situazione è brutta. Meglio prendersi un appartamento in affitto con qualche bella donna...». I deputati e i senatori che ritengono fondate le mie osservazioni hanno ben chiaro il loro dovere di rispettare il programma che tutto il Pdl ha presentato al popolo, perché a partire da me siamo stati eletti tutti sulla scorta di un programma e questo va rispettato Il presidente della Camera ha la risposta pronta e cerca di limitare i danni, ribadendo una presunta fedeltà al partito, durante un incotro con i rappresentati di Generazione Italia: «Il gruppo di parlamentari che si riconosce intorno alle questioni che io pongo non ha l'obiettivo di far cadere il governo, tendere imboscate o rendere più difficile l'azione di governo. Chi pensa questo non ha capito assolutamente niente. I deputati e i senatori che ritengono fondate alcune delle mie osservazioni hanno ben chiaro il loro preciso dovere, quello di rispettare il programma che tutto il Pdl ha presentato al popolo italiano perché a partire da me siamo stati eletti tutti sulla scorta di un programma e questo va rispettato». Ma «in un grande partito del 35% tutti coloro che hanno la volontà di porre delle questioni dalle quali muovere un dibattito, tutti coloro che cercano di mettere sale nella minestra, tutti quelli che dicono "è giusto fare così ma magari cerchiamo di farlo meglio", vanno ringraziati e non vanno contestati». L'incontro - Non era un incontro ufficiale, ma avrebbe potuto essere un segnale di distensione. Un tentativo di chiarimento. Invece, nulla di fatto. Fini e Verdini non si vedranno neanche nei prossimi giorni. "Finché non avrò risposte politiche ai problemi che ho sollevato è prematuro qualunque incontro", avrebbe detto il presidente della Camera ai suoi fedelissimi. Già martedì era stato programmato ed era poi slittato per ragioni di agenda un incontro tra Fini e Gianni Letta, Denis Verdini, Niccolò Ghedini e Fabrizio Cicchitto. In serata, nel corso di una riunione a Palazzo Grazioli con il premier era stato dato mandato ai coordinatori del Popolo della libertà di accettare un incontro con Fini che, si sottolineava in via dell'Umiltà, era stato richiesto dall'ex leader di An. A tal fine, i coordinatori avevano dato mandato a Verdini di incontrare Fini. Ieri, invece, nella residenza romana del presidente del Consiglio sono arrivati i coordinatori del Pdl, Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa, il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli, i capigruppo Pdl di Camera e Senato Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri e il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Al centro dei colloqui la situazione all'interno del partito e, in particolare, i rapporti con l'ex di An. Il ministro della Difesa auspica "concordia e serenità. Questo vale nel mondo dello sport come in quello della politica, figuriamoci se questo auspicio non vale a casa mia. Speriamo". Sulla tensione, che ancora non si scioglie, tra il premier e Fini si è permesso una battuta anche il capo dell'opposizione, Pierluigi Bersani. "Non metto il dito in affari d'amore altrui" ha detto il segretario del Pd.