Suicidio in carcere, cresce l'allarme
Un detenuto di Bassone di Como si è impiccato questa mattina. E' il 24esimo caso dall'inizio dell'anno
All'indomani dello scontro sul ddl "svuota carceri" tra il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il ministro dell'Interno Roberto Maroni, un nuovo suicidio in cella riapre il dibattito sulla vita dei detenuti. Eraldo De Magro, 57 anni, originario di Cosenza e con precedenti per traffico di armi, si è tolto la vita questa mattina impiccandosi con i lacci delle scarpe nel carcere di Bassone Como. Aveva problemi di tossicodipendenza e è stato accusato di violenza ai danni della moglie e di un nipote. Recentemente aveva lamentato di sentirsi perseguitato dall'autorità giudiziaria e mostrato intenzioni suicide. Da una decina di giorni rifiutava il cibo e sul calendario all'interno della cella, alla data di oggi, 6 maggio, avrebbe scritto la parola "fine". Con la morte di De Magro, salgono a 24 i detenuti suicidi negli ultimi quattro mesi e a 100 negli ultimi 18. Per l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, molti lo avranno fatto per sofferenze legate a vicende familiari, a depressione, a fattori imprevisti e imprevedibili, ma almeno qualcuno è stato certamente spinto a togliersi la vita da "condizioni detentive divenute insopportabili, tra affollamento e mancanza di personale penitenziario (sia del trattamento che della sorveglianza)". Le carceri italiane, infatti, sono sempre più sovraffollate, con una popolazione di detenuti che ammonta a 67.542 unità, in vistoso aumento rispetto delle 59.060 presenti al primo gennaio. I detenuti stranieri sono 24.944 (36,93 %), gli italiani sono 42.598 (63%). Il 44% dei detenuti riveste posizione giuridica di imputato, il 53% ha riportato condanne definitive. Gli ultimi dati sono resi noti dalla Uil Pa Penitenzia che sottolinea: "Non si può non vedere il dramma che si consuma all'interno delle nostre prigioni. L'incredibile sovrappopolamento e le condizioni afflittive, umilianti ed inumane della detenzione e del lavoro stanno trasformando, inesorabilmente, le nostre carceri in luogo di supplizio e tortura. Intanto, con i tre agenti aggrediti e feriti ieri da un detenuto al Tribunale di Genova e l'agente ferito da un detenuto presso l'infermeria del carcere di Avellino, sale a 67 il numero di agenti penitenziari feriti dall'inizio dell'anno. Inoltre 23 sono stati i suicidi e 32 i suicidi sventati.