Elezioni Gb, tutto da decidere
Si affaccia l'ipotesi di un Parlamento senza maggioranza assoluta. Sarebbe la prima volta dal 1974 ad oggi
Tutto è pronto nel Regno Unito per l'ultimo scontro (elettorale) tra i Liberal-Democratici di Nick Clegg, i Laburisti di Gordon Brown e i Conservatori guidati da David Cameron. E tutto è ancora da decidere. A meno di 24 ore dal voto il 40% degli elettori è indeciso sul da farsi. Un sondaggio apparso sulle pagine del quotidiano the Independent rivela che la preferenza più precaria sembra essere quella accordata ai Liberal-Democratici, con il 41% degli elettori potenziali che si dichiara pronto a cambiare bandiera, contro il 34% degli indecisi laburisti e il 32% di quelli Conservatori. I Tory mantengono un forte vantaggio con il 37% delle preferenze, mentre il Labour segue staccato di 8 punti percentuali, solo tre punti sopra i Liberal-Democratici. Gli analisti preparano i britannici alla fine del bipolarismo e a una rivoluzione epocale nel mondo politico, grazie all'inaspettata ascesa dei Liberal aiutata da un Labour logorato da tredici anni di governo, “lo stesso vecchio partito con le stesse vecchie politiche di tagli alla spesa pubblica degli anni Trenta ed Ottanta”. Escludendo una conferma dei Laburisti con maggioranza assoluta, sono tre gli scenari possibili: una schiacciante vittoria dei Tory, che porrebbe fine sul nascere alla prospettata rivoluzione Lib-Dem; uno Hung Parliament, maggioranza (non assoluta) conservatrice con le possibilità di dar vita a un governo di minoranza o a una coalizione con i Lib-Dem; infine, una coalizione "progressista" tra il Labour e i Lib-Dem. Hung parliament - Nelle ultime elezioni politiche del 2005, il 40% degli elettori non ha votato né per i Tories né per il Labour: esiste dunque un ampio margine per una terza forza di trionfare anche al di là del semplice voto di protesta. Ma, a causa del sistema elettorale vigente, un aumento anche cospicuo del voto popolare potrebbe non tradursi in seggi. Il Regno Unito sarà diviso in 650 collegi uninominali. La maggioranza assoluta si ha quando un partito riesce a totalizzare 326 seggi. Al momento i laburisti ne possiedono 346, i Conservatori 193, i Liberal-Democratici 62: ai Tories ne servono dunque 116 per avere una maggioranza assoluta, al New Labour basta perderne 24 per andare sotto. Ogni risultato intermedio - favorito da una buona performance dei Lib-Dem - sfocerà nel cosiddetto Hung parliament, il caso rarissimo di un Parlamento “appeso”, che porterà a una necessaria quanto scomoda coalizione di governo. Ecco allora che Gordon Brown potrebbe trovarsi nella posizione di rimanere primo ministro, anche nel caso in cui il suo partito dovesse totalizzare meno seggi di quello guidato da David Cameron, e cercare di dar vita a un'alleanza con i Lib-Dem per poter governare, pena le dimissioni. Se non si trovasse un punto di incontro sarebbe la Regina a passare la palla a un altro politico, ovvero al rivale Cameron. Ma non è tutto. Si profila per i britannici anche l'ipotesi di un governo di minoranza, "appoggiato" da una formazione politica esterna. Ad esempio, in caso di vittoria dei Tory, seppur con qualche seggio in meno rispetto al quorum, potrebbe farsi strada il sostegno dell'Ulster Unionist Party, che Cameron ha corteggiato in tempi molto recenti. Infine, se ogni manovra d'intesa dovesse risultare vana - sia sul fronte delle coalizioni che su quello dei governi di minoranza - si renderebbero necessarie nuove elezioni. Ettore Greco, direttore dell'Istituto Affari Internazionali (Iai) esclude una soluzione di accordo tra laburisti e liberal-democratici, ritenendo più probabile "un'alleanza tra il partito di Nick Clegg e quello di David Cameron, oppure un governo di minoranza dei conservatori con il sostegno Lib-Dem condizionato, condizionato perché Clegg chiede la riforma della legge elettorale che Cameron però non sembra disposto a concedere". Il rischio di nuove elezioni sarebbe elevatissimo in entrambi i casi, vista la precarietà delle alleanze.