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Polanski: vogliono servirmi ai media su piatto d'argento

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Il regista scrive una lettera aperta contro l'estradizione

Tatiana Necchi
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Gli Stati Uniti "vogliono servirmi ai media su un piatto d'argento": scrive il regista Roman Polanski in una lettera aperta pubblicata da diversi mezzi di comunicazione europei, commentando la richiesta di estradizione della magistratura americana per un caso di violenza sessuale avvenuta 33 anni fa. Secondo Polanski gli Usa non possono rimanere in silenzio. In particolare il regista si lamenta del fatto che il procuratore distrattuale di Los Angeles, Sreve Cooley, che segue il caso e che ha richiesto l'estradizione, sta facendo una campagna elettorale personale per la sua elezione a Procuratore generale dello stato della California . Così ha bisogno della pubblicità dei media. Il 76enne Polanski, è al momento agli arresti domiciliari a Gstaad in Svizzera ed è stato arrestato il 26 settembre scorso: è ricercato dalla giustizia statunitense per violenza carnale su una minorenne. Su di lui pendeva un mandato di cattura a livello internazionale. Il mandato si riferisce a una vicenda del 1977 quando il regista è stato accusato di aver avuto rapporti sessuali con una ragazza di 13 anni, Samantha Geimer. Polanski, dal canto suo, ha sempre ammesso la relazione ma aveva lasciato gli Stati Uniti prima della sentenza. Al momento sta attendendo l'esito dell'iter giudiziario per l'estradizione. L'uomo già in passato aveva tentato di raggiungere un accordo con la magistratura americana offrendo un'ammissione di colpevolezza. In cambio chiedeva una revisione di condanna ma a maggio del 2009 i giudici di Los Angeles hanno rifiutato la proposta e, addirittura, il giudice Peter Espinoza disse di non poter esaminare il caso fino a quando il regista non si sarebbe presentato in aula.

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