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Bocchino presenta le dimissioni

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Il vicecapogruppo del Pdl alla Camera lascia l'incarico. Pronta la lettera per Cicchitto. E intanto conta "i fedeli" sul web

Eleonora Crisafulli
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Italo Bocchino lascia l'incarico di vicecapogruppo del Pdl alla Camera. Dopo la lite con Maurizio Lupi in diretta tv, e l'ultimo scontro tra Fini e Berlusconi, il finiano ha già pronta la lettera di dimissioni da presentare al capogruppo Fabrizio Cicchitto. Il documento, sancirà la prima conseguenza politica della rottura di giovedì scorso tra i cofondatori del partito. La lettera con le dimissioni arriverà ul tavolo di Fabrizio Cicchitto entro martedì. La missiva porta la  data di oggi e sarà consegnata personalmente dall'ex pupillo di Giuseppe Tatarella. Bocchino, raccontano gli uomini a lui più vicini,  ha chiamato stamattina gli uffici del gruppo di Montecitorio del Popolo della libertà per cercare Cicchitto. Siccome il presidente dei  deputati oggi non c'era, Bocchino gli porterà 'brevi manù la missiva. Spetterà poi al presidente dei deputati del Popolo della libertà e al suo omologo al Senato, Maurizio Gasparri, valutare il caso e sottoporlo all'attenzione dei coordinatori nazionali del partito e, soprattutto, di Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, infatti,  avrà l'ultima parola sulla vicenda (vale a dire, respingere o  accogliere le dimissioni). In ogni caso, il presidente del Consiglio, spiegano fonti parlamentari della maggioranza, attenderà le prossime mosse di Gianfranco Fini. Separati in casa - Stamani il vice presidente vicario del Pdl alla Camera, ha avanzato un'analisi della situazione sul sito di Generazione Italia, l'associazione interna al Popolo della Libertà:  «Dopo 16 anni circa di vita comune Berlusconi e Fini sono vicini alla rottura e gli scenari possibili sono quattro, come accade per i matrimoni: divorzio rovinoso, separazione consensuale, separazione in casa o ritorno alla vita coniugale. L'ultima ipotesi prevede che scocchi la scintilla e ritorni l'amore. Mai dire mai, ma appare assai improbabile che accada. La prima è la peggiore perché il divorzio rovinoso sarebbe la fine del Pdl, del governo e della legislatura, con l'altissimo rischio di vedere la sinistra al governo nonostante la sua incapacità di avere consensi e di governare. La sfida è questa e spetta a Berlusconi accettarla, scegliendo tra la scorciatoia del partito carismatico e la strada più lunga e tortuosa, ma più fruttuosa, del grande partito plurale e democraticoRestano le ipotesi di separazione, con quella consensuale certamente meno traumatica del divorzio, ma comunque letale per il Pdl e dunque resta una soluzione soltanto, la separazione in casa» ovvero «dividersi in maggioranza e minoranza, con una veloce convocazione del Congresso e regole certe per la convivenza, stabilendo con chiarezza che la minoranza non può sabotare partito e governo e che la minoranza ha diritto a veder dibattute le sue proposte nelle sedi di partito e a vedersi proporzionalmente rappresentata e tutelata negli spazi politici». Adesso bisogna «costruire il grande partito democratico del centrodestra dove devono convivere sotto la leadership di Berlusconi due anime, una delle quali è la destra di Fini, attenta all'unità nazionale, alla coesione socio-economica, alla sicurezza, alla legalità, simile alle destre europee e occidentali e quindi attenta alle evoluzioni delle società moderne. La sfida è questa e spetta a Berlusconi accettarla, scegliendo tra la scorciatoia del partito carismatico e la strada più lunga e tortuosa, ma più fruttuosa, del grande partito plurale e democratico». Per questo, proprio sul sito di Generazione Italia e anche su Facebook, Bocchino sta chiamando alla conta gli amministratori locali pro Fini: il politico chiede di manifestare "il nostro sostegno al Presidente Fini nella sua battaglia per un grande Popolo della Libertà, forte, libero e democratico. Questa raccolta di firme è riservata agli Amministratori locali (Regioni, Province, Comuni, Municipalità, Circoscrizioni)". Il modulo è un chiaro segno della volontà dei finiani di capire quanto sono per decidere quando saranno sufficienti e pronti per lasciare il Pdl.

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