Abu Omar: col risarcimento fonderò un partito islamico
L'ex imam pensa di darsi alla politica usando i soldi che Milano gli ha riconosciuto: 1,5 milioni di dollari
Il simpatico Abu Omar torna a farsi sentire. A quanti in questi anni l'hanno difeso come una povera vittima dell'Occidente incavolato forse oggi si fermerà il respiro, per un attimo. Dice infatti l'ex imam "rapito" nel 2003 dalla Cia che "con i soldi di risarcimento che otterrò dal processo di Milano ho intenzione di fondare un partito politico islamico in Egitto". Prendi su e porta a casa. Si tratta di 1,5 milioni di dollari che il tribunale milanese ha riconosciuto come necessari per risarcire il pover uomo. Ci sono poi i 20 milioni di dollari chiesti al tribunale europeo dei Diritti dell'uomo dal suo legale, l'egiziano Montaser al-Zeyyat, che si recherà a maggio a Milano per accelerare i tempi della riscossione. Abu l'ha detto in un'intervista al giornale arabo 'al-Sharq al-Awsat'. E visto il tipo, c'è da giurare che non sarà un partito moderato. Hassan Mustafa Osama Nasr, questo il suo vero nome, ha deciso dunque di scendere in campo nella politica del suo Paese natale. Una discesa o che non sarà immediata dal momento che le sue precarie condizioni economiche, essendo disoccupato, gli impediscono di finanziare attività politiche. "Quando la mia condizione migliorerà - spiega - ho intenzione di fondare un partito islamico nel mio paese. Ho già avviato i contatti con diversi esponenti islamici locali". L'ex imam di Milano sostiene inoltre di aver ricevuto pressioni per non candidarsi alle prossime elezioni parlamentari egiziane, ma promette che "una volta che avrò ottenuto i soldi di risarcimento per quanto mi è accaduto nel proccesso di Milano darò vita a un'associazione o a una corrente perchè non ho abbandonato la lotta politica". Il giornale arabo sottlinea come Abu Omar viva nel quartiere popolare di Muharram Bek, un tempo roccaforte della sinistra egiziana e dalla fine degli anni Ottanta zona controllata dalla corrente islamica. Qui abita in un piccolo appartamento in affitto con la prima moglie albanese e la figlia. Sfruttando la popolarità acquisita di recente, in un primo momento l'esponente islamico intendeva presentarsi alle elezioni parlamentari di settembre, ma ha poi vi ha rinunciato. "Non ho però rinunciato alla vita politica - ha aggiunto - e sosterrò qualsiasi candidato dei Fratelli Musulmani si presenti nel mio quartiere. Combatterò inoltre contro qualsiasi candidato del partito di governo, fosse anche un ministro". Infine l'ex guida islamica milanese rivela di aver ottenuto di recente "il passaporto, anche se non mi è consentito viaggiare all'estero, eccetto per eseguire il pellegrinaggio alla Mecca che non posso però fare a causa dei miei problemi finanziari". Abu Omar conferma infine che da quando si trova in Egitto non ha mai "svolto l'attività di imam per le pressioni esercitate dalle autorità, ma prego in una moschea del mio quartiere dietro un esponente dei Fratelli Musulmani e non vedo l'ora di iniziare la mia attività politica durante la prossima campagna elettorale per le politiche di autunno e per le presidenziali del prossimo anno".