Redditi delle famiglie, mai così bassi dagli anni 90
Bce lascia invariati i tassi. Trichet: ripresa in corso ma domina incertezza
Italiani brava gente, si dice. Ma anche sempre più poveri. Anzi, mai così poveri nell'anno 2009 dagli anni 90. Secondo i dati pubblicati oggi dall'Istat, il reddito disponibile della famiglie e i profitti delle società non finanziarie, nel 2009, hanno registrato gli andamenti più negativi dagli anni Novanta. Per il reddito disponibile delle famiglie il calo è stato del 2,8% su anno e per la quota di profitto delle società il calo è stato dell'1,8%, con un calo del risultato lordo di gestione del 9,5% su anno. In calo, anche, la propensione al risparmio. Nel 2009 è diminuita di 0,7 punti percentuali sul 2008, ancora un record negativo dal 1990, ed è rimasta invariata sul trimestre. Il che può significare due cose: o che gli italiani siano diventati più spendaccioni o che i soldi sono sempre meno quindi risparmiare è sempre più difficile. Il tasso d'investimento, infine, si è ridotto di 0,2 punti percentuali sul trimestre e di 0,7 su anno. Per quanto riguarda le società, la quota di profitto è stata pari, nel quarto trimestre 2009, al 40,3%, con un aumento di 0,4 punti sul trimestre e un calo di 1,8 punti su anno. La riduzione del valore aggiunto è stata del 5,4% su anno. Il tasso d'investimento delle società è sceso di 0,4 punti percentuali sul trimestre e di 2,6 punti sul 2008: infatti, spiega l'Istat, gli investimenti fissi lordi delle società sono diminuiti del 15,3% rispetto al 2008. Consigli dall'Europa - Oggi si è riunito il direttivo della Bce che ha deciso di lasciare invariati all'1% i tassi di interesse. Il governatore ha poi fatto il punto sulla situazione economica dell'Eurozona. La ripresa è in corso nei primi mesi del 2010 e si prevede un'espansione moderata, anche se in un quadro economico in cui pesano incertezze. Ad affermarlo è il presidente della Bce, Trichet. Per il governatore della Banca centrale europea, è sempre più essenziale che i governi dell'area euro procedano al risanamento dei conti pubblici, in cui si sono creati crescenti squilibri e disavanzi. "C'è una generale necessità di definire chiaramente strategie credibili per riportare le finanze pubbliche su percorsi sostenibili. E questa non è una esigenza solo legata ai dissesti dei conti innescati dalla crisi globale, ma anche sulle sfide di lungo termine dell'unione monetaria. A cominciare dall'invecchiamento della popolazione, che creerà pressioni sulla spesa pubblica". Brutti segnali per l'occupazione in Usa - Il numero di lavoratori che per la prima volta hanno fatto richiesta per ottenere i sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti è cresciuto a sorpresa la settimana scorsa, lanciando un segnale poco incoraggiante sullo stato di salute del mercato del lavoro americano, dopo il cauto ottimismo provocato la settimana scorsa dal rapporto sull'occupazione di marzo. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro americano, nella settimana conclusasi il 3 aprile, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 18.000 unità a 460.000 unità, mentre gli analisti attendevano un ribasso di 1.000 unità.