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Omicidio piccolo Alessandro, duro faccia a faccia tra gli accusati

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"Te la farò pagare. Vedrai che ti faccio prendere 30 anni"

Monica Rizzello
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Un duro faccia a faccia si è svolto nella notte tra Katerina Mathas e Giovanni Antonio Rasero, la giovane madre di 26 anni ed il broker marittimo di 29 accusati in concorso per l'omicidio del piccolo Alessandro di otto mesi, figlio di Mathas, davanti al pm Marco Airoldi. Il faccia a faccia tra Mathas e Rasero, arrivato al termine di un pomeriggio e di una notte di interrogatori e confronti anche con due testimoni, è durato un'ora circa, e si è concluso poco prima delle tre. Secondo quanto spiegato da uno dei presenti, si è trattato di un faccia a faccia «emotivamente molto duro». Mathas era assistita dagli avvocati Paolo Costa e Igor Dante, mentre Rasero dai legali Giuseppe Nadalini e Romano Raimondo. «Te la farò pagare. Vedrai che ti faccio prendere 30 anni» ha detto Caterina Mathas a Giovanni Antonio Rasero, l'uomo con cui è accusata in concorso dell'omicidio del figlio Alessandro di otto mesi, nel confronto di questa notte, il cui contenuto è stato secretato. La donna avrebbe inveito almeno un paio di volte contro il suo compagno, durante un confronto durato un'ora e mezzo circa, «emotivamente duro» dice uno degli inquirenti, «violento» lo definisce uno dei due difensori di Rasero, l'avvocato Giuseppe Nadalini, «teso» è l'aggettivo scelto invece da uno dei legali della donna, l'avvocato Igor Dante. Il confronto era stato ipotizzato più di una volta, ma sempre rimandato fino alla notte scorsa, quando all'una, al termine di circa dieci ore di interrogatori, il sostituto procuratore ha ritenuto che i tempi fossero maturi. Intanto emerge che le tracce di Dna relative al morso sul piedino del piccolo Alessandro, una delle sevizie inferte al piccino in quella notte di follia - dovuta anche alla cocaina - apparterrebbero a un uomo. Su questo punto gli avvocati di Rasero, Romano Raimondo e Nadalini hanno già fatto richiesta di incidente probatorio, per questo probabilmente non è stato ancora possibile fissare la data per la sepoltura del bimbo. Sembrerebbe inoltre che Rasero in carcere abbia scritto un memoriale, che nei giorni scorsi è stato consegnato al pm, in cui racconta che quella notte si era svegliato «mentre la donna gli metteva le mani in bocca». Tutti elementi, che insieme a quanto emerso dai nuovi interrogatori, e dai drammatici confronti con i testimoni e tra i due, portano ad «un progressivo sviluppo delle complesse indagini».

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