Tangenti, Prosperini tenta il suicidio
L'ex assessore regionale al Turismo e allo Sport della Lombardia è in arresto per corruzione
Piergianni Prosperini, ai domiciliari, ha tentato il suicidio. L'ex assessore regionale al Turismo e allo Sport della Lombardia si sarebbe procurato delle ferite alle braccia e alle gambe mentre scriveva lettere indirizzate ai suoi famigliari, in cui spiegava il suo disperato gesto. Gli uomini del 118 sono intervenuti trasportando tempestivamente Prosperini all'ospedale San Carlo di Milano. Le sue condizioni non sono gravi. Le lettere - Nella lettera alla figlia acquisita dal procuratore aggiunto si legge: "Ti chiedo scusa per il mio gesto, ma considera il suicidio come un fatto da non condannare moralmente". Altre due missive, una indirizzata alla moglie e l'altra ai magistrati, denunciano la "persecuzione giudiziaria", di cui Prosperini si sente vittima. Tangenti in tv - L'ex assessore è stato arrestato lo scorso 16 dicembre nell'ambito di un'inchiesta sugli appalti relativi al marketing del turismo nella regione condotta dal pm Alfredo Robledo. Assieme al patron del gruppo Profit-Odeon Tv, Raimondo Lagostena, e al consulente, Massimo Saini, Prosperini è stato accusato di corruzione e turbativa d'asta per un presunto giro di mazzette legate alla promozione televisiva della Regione. Alla base del provvedimento, una tangente di di circa 230mila euro che sarebbe stata versata su conti correnti in Svizzera riconducibili allo stesso assessore, già raggiunto da un avviso di garanzia per truffa nel 2008. I domiciliari - Prosperini, dopo aver patteggiato con la Procura tre anni e cinque mesi di reclusione, ha ottenuto gli arresti domiciliari il 17 marzo. Per il gip di Milano, Andrea Ghinetti, "la custodia domestica appare ora idonea a garantire le esigenze cautelari". Nella breve ordinanza il giudice sottolineava che l'imputato ha acconsentito alla "trasmissione in forma semplificata della documentazione bancaria svizzera a lui riferibile, secondo quanto richiesto dal pm". Inoltre "ha messo a disposizione una somma di denaro da destinarsi al risarcimento". Tali elementi sono sufficienti a "ritenere ridimensionate le esigenze cautelari e in particolare quelle attinenti alle indagini". Stando alle dichiarazioni dei legali Ettore Traini e Luigi Rossi, il loro assistito era "molto sollevato e contento di tornare a casa".