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Texas, testi scolastici stravolti

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Gli storici insorgono contro i drastici cambiamenti apportati alla storia americana

Eleonora Crisafulli
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L'ipotesi di una riforma dei libri di testo fa insorgere i texani. Dal prossimo anno scolastico gli studenti delle scuole pubbliche del Texas potrebbero leggere sui sussidiari che Thomas Jefferson non è stato poi un grande padre della patria, come si è sempre sostenuto, che i comunisti si sono infiltrati nel governo di Washington negli anni della guerra fredda e che la divisione stato-chiesa non deve essere più considerata un principio fondante della Costituzione Usa. Le proteste - I drastici cambiamenti che potrebbero essere apportati ai sussidiari non sono graditi soprattutto dagli storici e dagli autori dei libri scolastici secondo cui le innovazioni sono storicamente infondate. Gli studiosi chiedano a gran voce che certe rappresentazioni “non accurate” della storia non vengano importate sui libri texani, scongiurando anche una possibile migrazione di certe false nozioni nei testi scolastici di altri stati. Fritz Fischer, presidente del   National Council for History Education, ha spiegato che "non è una questione di politica, ma di rispetto della storia". Una manovra politica - I cambiamenti saranno apportati nei sussidiari delle scuole pubbliche texane se a maggio verranno approvate le nuove linee guida, già accolte  dal Board of Education. Le decisioni prese dall'organismo elettivo che amministra l'istruzione pubblica del Texas, con 10 voti a favore dei repubblicani, contro i 5 "no" dei democratici, ha una chiara connotazione politica. Nei sussidiari si darà risalto ai repubblicani e al ruolo della fede cristiana nella fondazione della nazione, con la conseguente marginalizzazione del laico Jefferson.

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