Il Tar riabilita i talk show
Via libera alle emittenti private. Rimane il blocco per la Rai
Stop al regolamento dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nella parte che blocca i talk show in periodo elettorale. Il Tar del Lazio ha accolto la richiesta di Sky e Telecom Italia Media a favore della sospensione del regolamento, esattamente all'art. 6 comma 2, varato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che disciplina la par condicio in vista delle Regionali. Le richieste sono state discusse davanti alla III sezione ter del Tribunale amministrativo regionale, presieduta da Maria Luisa De Leoni. Il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva di Sky e Ti Media “considerato che a conclusione di una prima delibazione – spiegano i giudici nella motivazione – propria della fase cautelare, risultano non sprovviste di profili di fondatezza del ricorso le censure dedotte avverso la delibera impugnata”, nella parte in cui è prevista la normativa relativa ai talk show in periodo elettorale, che ha di fatto ha portato alla sospensione dei programmi di approfondimento. Via libera ai talk show nelle emittenti private mentre, per quanto riguarda la Rai, rimane il “blocco”. Il Tar, infatti, ha respinto la richiesta di Federconsumatori che voleva lo stop al regolamento della Vigilanza perché ha ritenuto che, trattandosi di organismo parlamentare, “sussistono profili di inammissibilità del gravame per la parte in cui è impugnato il regolamento”, in quanto appunto “approvato dalla Commissione parlamentare di Vigilanza nella seduta del 9 febbraio 2010, in relazione alla natura parlamentare dell'organo che ha adottato l'atto impugnato in assolvimento della funzione precipuamente politica di indirizzo e vigilanza”. Nei giorni scorsi il presidenti della Rai Paolo Galimberti aveva detto che, in caso di no del Tar, la questione Talk Show sarebbe stata nuovamente portata e discussa in Consiglio d'Amministrazione. Paolo Gentiloni: riprendere subito talk show - Per Paolo Gentiloni del Pd, “La sospensione del regolamento Agcom per le tv commerciali decisa oggi dal Tar è una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in commissione di Vigilanza Rai”. “Quella norma era in contrasto con la legge sulla par condicio – aggiunge Gentiloni – che distingue chiaramente tra programmi di informazione e tribune elettorali e violava apertamente la sentenza 155 della Corte Costituzionale. Ora la Rai deve intervenire. Il Cda di Viale Mazzini, che il presidente Garimberti si è impegnato a convocare immediatamente dopo la sentenza, non può che prendere atto dell'interpretazione del giudice amministrativo. I programmi giornalistici devono riprendere subito anche in Rai: un silenzio riservato alla sola tv pubblica sarebbe, a questo punto, un vero e proprio scandalo”. Il Pd: "Riprendano subito i talk show" - "La sospensione del regolamento Agcom per le tv commerciali decisa oggi dal Tar è una chiara bocciatura della norma-bavaglio imposta dalla destra in commissione di Vigilanza Rai", ha commentato Paolo Gentiloni, presidente Forum ICT del Pd. "Quella norma era in contrasto con la legge sulla par condicio - ha, poi, aggiunto Gentiloni - che distingue chiaramente tra programmi di informazione e tribune elettorali e violava apertamente la sentenza 155 della Corte Costituzionale. Ora la Rai deve intervenire". "Viale Mazzini non può che prendere atto dell'interpretazione del giudice amministrativo - ha concluso l'esponente democratico - i programmi giornalistici devono riprendere subito anche in Rai: un silenzio riservato alla sola tv pubblica sarebbe, a questo punto, un vero e proprio scandalo". Santoro: "Smantellato castello d'illegalità" - "Si comincia smantellare il castello di illegalità". Michele Santoro, conduttore di Annozero, ha accolto con soddisfazione la decisione del Tar. "Aspettiamo ora di capire le motivazioni - ha, quindi, aggiunto il giornalista - per vedere quanto il Tar intervenga anche se indirettamente sul regolamento della Commissione di Vigilanza". Santoro ha spiegato che ora attenderà dalla Rai un comportamento consequenziale e ricorda di aver sempre sostenuto l'illeggittimità delle disposizioni sulla par condicio.