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Salute figli, mamme: ideale contratto part-time

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No tempo pieno e casalinghe. Male anche i nonni

Monica Rizzello
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Sarebbe il contratto part-time quello migliore per le mamme. In questo modo, infatti, si riesce a lasciare i figli liberi e indipendenti e contemporaneamente si ha tempo per accudirli. I bimbi le cui mamme hanno un lavoro a tempo parziale, del resto, mangiano meno “schifezze”, guardano meno TV e non diventano grassi. È il risultato di un lavoro condotto da Jan Nicholson del Melbournès Murdoch Children's Research Institute, reso noto dalla BBC online. Fa male, invece, alla salute dei figli, sia un contratto a tempo pieno sia una mamma che sta tutto il giorno a casa, che cioè non lavora. E farebbe altrettanto male l'affido ai nonni del proprio, sempre comodo perché a costo zero. Pur non essendo il primo studio sull'argomento del lavoro materno in relazione alla salute e al benessere dei figli, questo ha il pregio di aver coinvolto 4500 bimbi in età prescolare, la cui salute è stata monitorata per due anni. Gli esperti hanno visto che se mamma lavora in media un monte di 34 ore settimanali i bambini sono più spesso a rischio di divenire dei pelandroni, “sacchi di patate”, pigri e amanti del cibo spazzatura, perché la mamma, lavorando a tempo pieno, ha meno tempo da dedicare all'educazione alimentare del figlio e per fargli svolgere attività fisica. È meno chiaro invece il motivo per cui i figli di donne che non lavorano, e che quindi sono sempre presenti, hanno problemi più o meno simili a quelli di mamme con lavoro a tempo pieno, forse perché sono più seguiti e quindi tendenzialemente più pigri.

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