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Scaglia: mai conosciuto Mokbel e Di Girolamo

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L'ex ad di Fastweb deve rispondere di dichiarazione infedele mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e associazione a delinquere.

Albina Perri
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E' iniziato nel carcere romano di Regina Coeli l'interrogatorio di garanzia del fondatore di Fastweb, Silvio Scaglia, nell'ambito dell'inchiesta sul presunto maxi-riciclaggio che vede coinvolta la società. Presenti all'interrogatorio, condotto dal gip Aldo Morgigni, sono il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pm, Giovanni Di Leo e Francesca Passaniti. Arrivato intorno alle 9.45 a bordo di un cellulare della  penitenziaria, il fondatore di Fastweb, rientrato dalle Antille giovedì scorso,  dovrà rispondere di dichiarazione infedele  mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e associazione a delinquere.  L'ex amministratore delegato e fondatore di Fastweb ha sostenuto che la società è solo vittima di quanto avvenuto e se dovessero esserci delle responsabilità queste sono solo personali.  Il legale di Scaglia, l'avvocato Pier Maria Corso ha riferito ai giornalisti all'uscita dal carcere che non è compito del suo assistito affermare o escludere che qualcuno in Fastweb ha avuto un comportamento non corretto. "Scaglia - ha riferito il suo legale - ha detto che per quanto gli riguarda e per quanto riguarda quelli che lui conosce esclude la commissione di reati".   Silvio Scaglia ha inoltre ribadito di non aver mai conosciuto personaggi chiavi dell'inchiesta come Gennaro Mokbel e il senatore Di Girolamo.  "Tutti questi soggetti - ha detto l'avvocato Corso - venuti fuori a vario titolo in questa vicenda non li ha mai visti ne conosciuti a partire dal senatore Di Girolamo". Alla domanda dei giornalisti sulla possibile conoscenza con Carlo Focarelli il legale di Scaglia ha detto che questi era solo "un consulente esterno che ha avuto rapporti con qualche dirigente non ad alti livelli della società".   Anche per quanto riguarda l'evasione fiscale Silvio Scaglia ha ribadito il "comportamento corretto della società". L'avvocato Pier Maria Corso ha intanto chiesto al Gip Aldo Morgigni la revoca dell'ordinanza cautelare in carcere per il suo assistito.

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