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Benedetto XVI rivaluta il paganesimo

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La salvezza non è un'esclusiva del popolo eletto

Eleonora Crisafulli
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Benedetto XVI rivaluta il paganesimo. Durante una lectio divina impartita a circa 300 parroci romani, ricevuti nella Sala delle Benedizioni in Vaticano, il pontefice ricorda che Dio non è esclusiva del popolo “eletto”. Visto spesso in contrapposizione alla storia della salvezza, anche il paganesimo in realtà ha aperto strade che portano a Cristo. Ratzinger ne sottolinea apertamente il ruolo e ne loda i meriti. Il pagano Melchisedec - Il discorso prende avvio dalla «Lettera agli Ebrei» - probabilmente scritta da un seguace di San Paolo - in cui si cita come esempio di sommo sacerdote, precursore e anticipatore di Gesù, il pagano Melchisedec. Anche dal paganesimo parte la strada che conduce a CristoIl re di Salem (Gerusalemme) è una figura misteriosa dell'Antico testamento, rappresentato nella Genesi come il sacerdote del Dio Altissimo, che porta pane e vino ad Abramo, si affianca al popolo eletto e addirittura benedice il Padre da cui sono derivate le tre religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo e Islam). Benedetto XVI ha osservato che Melchisedec «è uno dei santi pagani antichi», il cui compito era «adorare il Dio Altissimo e coltivare la giustizia e la pace». Dall'importanza di questa figura pagana deriva la convinzione che «anche dal paganesimo parte la strada che conduce a Cristo» e che «Dio non è solo nella storia del popolo eletto, ma anche nel paganesimo ed anche lì si prepara il messaggio di Dio, la vera ricerca di Dio».

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