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Via Poma, "Simonetta era incinta"

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La giovane uccisa nel 1990 aspettava un bambino. Per questo l'ex fidanzato l'avrebbe ammazzata

francesca Belotti
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Simonetta Cesaroni, la giovane uccisa nel 1990 in via Poma a Roma, sarebbe stata incinta e per questo sarebbe stata ammazzata dall'ex fidanzato, Raniero Busco. Lo sostengono i pm, secondo i quali Simonetta avrebbe confidato alla sorella di avere un ritardo nel ciclo. Per gli inquirenti, l'uomo, alla notizia, avrebbe avuto uno scatto d'ira e l'avrebbe uccisa. La giovane, il 3 agosto del 1990 era andata dalla ginecologa per farsi prescrivere pillole anticoncenzionali, che lei non assumeva. Gli investigatori interrogano più volte Raniero Busco.  Il 7 novembre del 2008 i toni diventano più pesanti e lo accusano dell'omicidio. L'ex fidanzato si difende e nega ogni addebito. "Avevo 25 anni. So solo che ora ho due splendidi figli". Per la Procura Busco non ha più l'alibi. Ha detto di non sapere dove la giovane lavorasse e invece l'avvocato della famiglia rivela di averlo saputo proprio da Busco. Il suo Dna è sugli indumenti della vittima. L'uomo in un primo momento aveva raccontato che il pomeriggio del delitto era con un amico. Quest'ultimo ha però negato la circostanza, mettendo in difficoltà Busco. Ogni accusa viene respinta dall'imputato colpo su colpo. "Non sono io il responsabile", dichiara, come si legge dai verbali, Busco. Sarà la III Sezione della Corte d'Assise a giudicarlo.

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