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Bertolaso scrive ai suoi

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"Vogliono infangare il nostro lavoro, ci rimane l'inservibile appello alla verità"

francesca Belotti
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Quest'oggi Guido Bertolaso ha deciso di prendere posizione. Ieri sera, durante la trasmissione Ballarò, ha difeso con le unghie e con i denti il lavoro svolto dai suoi uomini in Campania, in Abruzzo, ad Haiti. E oggi scrive loro una lunga lettera, dove non dimentica nulla.  Scrive di essere stato messo su un "patibolo che non ho scelto nè meritato". E continua: "Faccio mia la sofferenza di tutti coloro che si sentono colpiti ingiustamente per questo attacco forsennato e squallido che mi riguarda - afferma - e, da questo patibolo che non ho scelto nè meritato, vi saluto con tutto il mio affetto e la mia fedeltà al patto di rispetto e di onore che ci ha permesso di realizzare qualcosa di buono, molto buono, troppo buono per non suscitare tempeste di fango". Non abbiamo altro strumento per difenderci che la nostra storia, la nostra pretesa innocenza, l'inservibile appello alla verità Nulla da eccepire a che la magistratura indaghi su tutti e chiunque, me compreso", ma accanto all'iniziativa dei magistrati "c'è una seconda iniziativa giudiziaria di cui sono oggetto" attraverso la stampa, "che è solo fango" che sfigura chi resta colpito da questa "tempesta provocata ad arte".  Accusa i media, quando scrive che "da giorni i giornali titolano non sospetti su di me, ma certezze; pubblicano intercettazioni usandole non come elementi indiziari, ma come prove di colpe commesse, di fatto dando una immagine complessiva della rete dei corrotti e corruttori, di cui sarei parte, magari non proprio protagonista, ma sicuramente parte". Secondo Bertolaso, questo "secondo procedimento giudiziario si chiama giustizia sommaria, si chiama fango gettato nelle pale del ventilatore, si chiama diffondere illazioni, interpretazioni, accuse, pseudocertezze, precondanne e stigmate di malavitoso addosso a chi non ha altro strumento per difendersi che la propria storia, la propria pretesa innocenza, l'inservibile appello alla verità". Bertolaso punta il dito contro i processi mediatici, dove "la verità è l'ultima cosa che interessa, si cercano emozioni, pruderie, notizie sfiziose sui difetti, le debolezze, le leggerezze, ma soprattutto si cerca e si riesce, gettando fango, di sfigurare il profilo di ogni persona investita da questa tempesta provocata ad arte". Al lavoro- Nel frattempo il numero uno della Protezione Civile non ha perso tempo. Oggi stesso si è diretto in Calabria, a Santo Fratello, vittima dei terribili smottamenti dei giorni scorsi. Bertolaso: rimango qui-  "Guido Bertolaso per il momento è dimissionario, ma visto che il governo gli ha respinto le dimissioni, continua a fare il suo mestiere e il suo dovere. Dopodiché domani vedremo". Il capo della Protezione civile  ha parlato  alla Camera per presentare le modifiche decise dal governo sul contestato decreto che avrebbe trasformato la Protezione civile in società per azioni. E ha anche annunciato annunciare che intende accogliere l'invito di Berlusconi a non dimettersi, nonostante la bufera dell'inchiesta sugli appalti che lo ha travolto.  E dice che lo stop alla Spa non è un atto di sfiducia nei suoi confronti. Bertolaso ha spiegato in commissione che l'articolo 16 del decreto legge che prevede la trasformazione in spa della Protezione Civile verrà "espunto". L'opposizione però non è soddisfatta e chiede di sospendere i lavori, in attesa di vedere l'emendamento con le modifiche sull'articolo 16. "Voglio essere sentito al più presto dai magistrati per chiarire e dimostrare la mia estraneità alle accuse. Il problema, però, è che ancora non si sa quale è la procura competente", ha detto poi il sottosegretario.

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