I gay potranno indossare l'uniforme
La Russa: "Nessuna discriminazione"
I gay potranno indossare l'uniforme. Questa è la decisione del ministro della Difesa, Ignazio La Russa. “Nessuna incompatibilità con le Forze armate, nessuna discriminazione”, dice da Istanbul, dove partecipa ad una riunione informale dei ministri della Difesa della Nato. Proprio ieri il segretario di Stato americano Colin Powell, che negli anni Novanta aveva bloccato l'ingresso nelle caserme a aspiranti soldati apertamente gay, aveva fatto sapere di averci ripensato. “I tempi sono cambiati” ha spiegato la Piowell. E anche La Russa lo segue a ruota. “Le inclinazioni sessuali di una recluta potevano, forse giocare un ruolo nella selezione quando c'era la leva obbligatoria – ha spiegato la Russa- nell'esercito di soli volontari questa possibilità non esiste più”. “In Italia - premette La Russa - non c'è mai stata una norma, come c'era in altri Paesi, che vieta ai gay di fare il militare. A volte in passato, quando c'era la leva, erano più quelli che dichiaravano di essere omosessuali, anche senza esserlo, nel tentativo di evitare la naja. Semmai, quindi, l'opera di selezione dei militari per il servizio di leva è stata al contrario: lo fai anche se dici di essere gay. Soprattutto adesso che c'è un servizio militare volontario e professionale, non obbligatorio. Se qualche problema poteva essere sollevato in passato, quando la leva era obbligatoria, adesso questo argomento non può neanche essere posto, ammesso che mai abbia trovato ascolto. Essere gay o non esserlo non ha alcuna rilevanza per essere ammessi nelle forze armate”. Il ministro della Difesa, comunque, non ha mai ricevuto “segnalazioni da parte di gay in uniforme che dicono di essere discriminati e neppure, all'opposto, di qualcuno che ha protestato per la presenza di omosessuali nelle forze armate. Da questo punto di vista – dice La Russa - sono molto contento perché la considererei una discriminazione senza alcuna ragione”. “Diverso è - conclude La Russa - se uno, eterosessuale o omosessuale che sia, dà fastidio a persone del suo stesso sesso o del sesso opposto. Quello non lo ammettiamo e verrebbe sanzionato. Quindi nessuna discriminazione, ma nemmeno nessun trattamento di favore”.