Governo sotto alla Camera sul ddl lavoro. Troppi assenti
Passa un emendamento del Pd che convoglia risorse sui ricercatori universitari assunti
Governo battuto alla Camera su un emendamento al ddl lavoro sull'università firmato dal Pd. Il governo aveva dato parere contrario, ma viste le assenze nei banchi della maggioranza, l'emendamento è passato. Al netto dei deputati in missione, la cui assenza era quindi prevista e giustificata, in totale 72, al Pdl sono mancati 57 voti, pari al 21%, gli assenti della Lega erano 10, 16%, anche uno dell'Mpa. Tra i deputati più noti che non hanno partecipato al voto ci sono Niccolò Ghedini, Gabriella Carlucci, Stefano Caldoro, Denis Verdini, Lucio Stanca, Italo Bocchino, Antonio Martino. A causa delle assenze i partecipanti al voto erano in totale 436, pari al 69%. Hanno votato a favore dell'emendamento su cui il governo aveva dato parere contrario tutti i gruppi di opposizione, Pd, Idv e Udc, in totale erano 222, per la maggioranza i voti sono stati 214. L'emendamento sopprime alcune norme contenute nel decreto sul diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca. La proposta, in sostanza, stabilisce che le risorse a disposizione delle università grazie ai pensionamenti vengano utilizzate per assumere ricercatori a tempo indeterminato e non per attivare i contratti di ricerca introdotti dalla legge Moratti nel 2005. La seduta in aula è stata sospesa. La sospensione è stata chiesta dalla maggioranza. Il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio ha spiegato che era necessario "valutare in Comitato dei Nove gli effetti determinati sul testo dall'approvazione dell'emendamento".