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La Cina blocca "Avatar"

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Vuole tutelare film "Confucio" o forse per motivi politici

Monica Rizzello
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La Cina ha deciso di bloccare le proiezioni del film “Avatar”, nonostante il grande successo di pubblico - nei primi otto giorni di programmazione, il film ha raccolto l'equivalente di 40 milioni di dollari - come afferma la stampa cinese. La comunicazione inviata dalla China Film Group Company, distributrice di “Avatar” in Cina, alle sale cinematografiche cinesi impone di sospendere le proiezioni della versione ‘normale' del film a partire dal 22 gennaio; solo la versione tridimensionale, per la quale è richiesto l'uso di speciali occhiali che vengono distribuiti all'ingresso delle sale, rimarrà in circolazione, ma dato che le sale attrezzate per il 3D sono pochissime, afferma la stampa, la decisione equivale al ritiro dalla circolazione di un film che sta battendo tutti i record di incassi, in Cina come nel resto del mondo. La decisione viene spiegata con la necessità di “fare spazio” al film patriottico su Confucio, prodotto ad Hong Kong, che sarà nelle sale a partire dal 23 gennaio, e agli altri film cinesi, schiacciati dal successo di “Avatar”; anche se alcuni affermano che le autorità avrebbero visto nel film pericolosi riferimenti alla situazione delle minoranze etniche della Cina, come i tibetani e gli uighuri. Molti spettatori hanno visto, infatti, nella battaglia degli abitanti di Pandora per proteggere la loro terra e cultura, quella dei tanti cinesi che si sono opposti alle autorità per proteggere le loro case che dovevano essere abbattute per grandi progetti edilizi del governo. Secondo l'“Apple Daily” di Hong Kong, la decisione sarebbe «politica», e l'ordine di bloccare il film sarebbe venuto direttamente dal Dipartimento Centrale di Propaganda del Partito Comunista Cinese.

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