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Frecciarossa, 7 treni su 10 in ritardo

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Matteoli: "Nuovi aumenti"

francesca Belotti
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Roma – Milano? Meno di tre ore? Peccato che sia solo una teroria. La realtà dei nuovi treni i “Frecciarossa” è ben diversa. Su 420 treni monitorati, 300 sono arrivati a destinazione con un ritardo superiore ai 15 minuti. Lo dimostra uno studio avviato dalla procura di Torino dopo i disagi di fine d'anno. Su 420 treni monitorati, 300 sono arrivati a destinazione con un ritardo superiore ai 15 minuti. Ma secondo l'azienda ferroviaria Trenitalia, che allunga il periodo campione rispetto alla procura, solo il 25% dei treni dal 13 dicembre al 5 gennaio, è arrivato al capolinea con oltre 15 minuti di ritardo. Basta però accorciare il periodo campione ai primi dieci giorni di servizio che i dati sono ben diversi. Un centinaio degli oltre 400 Frecciarossa monitorati è arrivato a destinazione con meno di 15 minuti di ritardo. Oltre 300 sono i treni con ritardi superiori al quarto d'ora. Per trenta treni si parla di ritardi che vanno dalle due alle cinque ore. E tutto questo senza considerare il periodo pre natalizio dei disagi dovuto al maltempo. Trenitalia però si difende. L'amministratore delegato del gruppo, Mauro Moretti, parla di periodo di rodaggio necessario per una rete ferroviaria che sconta ritardi storici. "Stiamo parlando di mille chilometri di rete ad alta velocità e di 110 treni veloci al giorni", afferma Moretti. In effetti le cause che portano ai ritardi sono molteplici: da quelle naturali come il maltempo, dai guasti tecnici, all'arretratezza storica delle reti, a cause che dipendono da altri operatori ferroviari. E poi, come fanno sapere dall'azienda, molti dei ritardi restano sotto il quarto d'ora, un tempo considerato accettabile, "in linea con la prassi europea": il cosiddetto quarto d'ora accademico. Altero Matteoli:   “Tutti gli aumenti concessi dal governo sono previsti da contratti e regolati da vincoli reciproci. Altero Matteoli: “Nuovi aumenti” - “Tutti gli aumenti concessi dal governo sono previsti da contratti e regolati da vincoli reciproci. Ad Autostrade io e il ministro Tremonti abbiamo scritto più volte al gestore promettendo controlli severi e a tappeto sul rispetto della qualità del servizio e del piano di investimenti. Stessa cosa vale per gli aeroporti: gli aumenti fino a tre euro potranno scattare solo dopo le verifiche dell'Ente per l'aviazione civile”. Il ministro delle Infratrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, parla così degli aumenti delle tariffe nel settore dei trasporti. Se gli investimenti non fossero adeguati, il governo potrebbe negare gli aumenti: “Potremmo negarlo -aggiunge Matteoli- o concederlo solo in parte. Ciò detto, un aeroporto come Fiumicino senza investimenti ingenti, non ha futuro”. Quindi i servizi migliori bisogna pagarli di più: “È così. Mi piacerebbe poter dire il contrario, ma non sono ipocrita”.

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