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L'Italia dona all'Albania una nave militare: la cerimonia a Durazzo con Crosetto

mercoledì 9 aprile 2025
2' di lettura

L'Italia ha donato all'Albania una nave militare per aiutare il paese a rafforzare il suo esercito, aumentare il pattugliamento della sua costa e intensificare la sua partecipazione alle missioni Nato. La Libra P 402, un pattugliatore classe Cassiopea costruito alla fine degli anni '80, è attraccata al porto occidentale di Durazzo ed è stata ufficialmente consegnata all'Albania durante una cerimonia alla quale hanno partecipato il premier Edi Rama e i ministri della Difesa Guido Crosetto e Niko Peleshi. Una grande bandiera albanese è stata dipinta sul fianco e il numero è stato cambiato in P 133.

“In questi tempi difficili le nazioni dovrebbero cercare una più stretta cooperazione congiunta”, ha detto Crosetto parlando dei paesi membri della NATO. "È una dimostrazione concreta dell'amicizia tra Italia e Albania e del nostro desiderio di lavorare e collaborare in campo militare ed economico", ha aggiunto il ministro della Difesa italiano. Il premier Edi Rama ha descritto il dono come “molto generoso, un segno di profonda amicizia e rispetto”.

La nave da 1.500 tonnellate e 79,8 metri di lunghezza può raggiungere una velocità di 20 nodi con un'autonomia di 3.200 miglia nautiche. Destinato principalmente alla difesa e alla sorveglianza marittima, ha un equipaggio di 60 membri, un eliporto e un garage. “Servirà non solo nelle missioni per la sicurezza e la pace nelle acque della Repubblica d'Albania nell'Adriatico e nello Ionio (mari), ma anche oltre, nel Mar Mediterraneo” per partecipare alle missioni della NATO, ha dichiarato il contrammiraglio Adnan Agastra, capo della marina albanese. Da quando l'Albania è entrata nell'Alleanza nel 2009, l'Italia è stata uno dei più importanti sostenitori dei suoi continui sforzi per modernizzare l'esercito.

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Un cittadino tunisino residente a Cosenza ritenuto appartenente all'Isis è stato arrestato dagli agenti della Digos della Questura di Catanzaro, unitamente a personale della Digos di Cosenza e della Direzione centrale Polizia di prevenzione, in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Catanzaro.

Il delitto ipotizzato è associazione di natura transnazionale con finalità di terrorismo denominata Isis, nell'ambito della quale avrebbe assunto il ruolo di organizzatore. L'uomo fermato, che si professava salafita–takfira, era ricercato nel Paese di origine per essere stato coinvolto in attività terroristiche e, secondo quanto emerso, era determinato a compiere un attentato terroristico in Italia nel prossimo futuro.

L'indagine ha consentito di delineare l’esistenza e l'operatività di una struttura criminale idonea a mettere in opera atti terroristici, che svolgeva attività di proselitismo e indottrinamento finalizzata a inculcare una visione positiva del martirio per la causa islamica nonché attività di addestramento militare e il cui obiettivo era quello di sovvertire gli ordinamenti statuali, soprattutto quelli relativi a Stati dove la popolazione è a maggioranza musulmana, tendendo a creare strutture teocratiche, dove i vertici dispongono che le leggi siano di derivazione divina e che le stesse debbano essere rigidamente osservate. L'organizzazione promuoveva ideali di radicalismo religioso e l’avversione verso la popolazione ebraica e l’ambiente di vita in Italia.

Le attività svolte sono state documentate attraverso l’acquisizione di file inneggianti la Jihad, di filmati su attentati e scene di guerra rivendicati dall'Isis. Sono stati inoltre acquisiti documenti illustrativi della preparazione di armi ed esplosivi, delle modalità con cui raggiungere luoghi di combattimento e come trasmettere in rete messaggi criptati.

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