CATEGORIE

Russia, Putin in mimetica in visita ai comandi militari del Kursk

giovedì 13 marzo 2025
1' di lettura

Il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto un incontro presso uno dei posti di comando nella regione di Kursk, dove sono in corso battaglie con l'esercito ucraino. Il Cremlino ha diffuso un video in cui il leader indossa indumenti militari ed è accolto dal Capo di stato maggiore ,il generale Valery Gerasimov. "In effetti, il nostro compito nel prossimo futuro è quello di sconfiggere definitivamente, nel più breve tempo possibile, il nemico che si è trincerato nel territorio della regione di Kursk e che qui conduce operazioni militari", ha detto Putin.

Cosa sta succedendo Russia, guerra in Europa: "Decine di migliaia di soldati ammassati al confine"

Guerra totale? Vladimir Putin, "militari e basi ai confini della Finlandia"

Ucraina, Nord Corea conferma lo schieramento di truppe a favore della Russia

tag

Russia, guerra in Europa: "Decine di migliaia di soldati ammassati al confine"

Vladimir Putin, "militari e basi ai confini della Finlandia"

Ucraina, Nord Corea conferma lo schieramento di truppe a favore della Russia

Mosca, "pronti a negoziare": il messaggio a Kiev

Canada, Carney: "Trump vuole distruggerci ma non accadrà mai"

Il Partito Liberale del Primo Ministro Mark Carney ha vinto le elezioni federali canadesi lunedì. Carney nel suo primo discorso ha sottolineato: "Il Presidente (Donald) Trump vuole distruggerci affinché l'America possa possederci. Questo non accadrà mai, non accadrà mai. Ma dobbiamo anche riconoscere la realtà che il nostro mondo è cambiato radicalmente. Anche per me, qui davanti a voi questa sera, c'è umiltà nel riconoscere che, sebbene molti abbiano scelto di riporre la loro fiducia in me, la loro fiducia nel nostro partito, ci sono anche milioni di nostri concittadini che avrebbero preferito un esito diverso". Nel discorso davanti ai sostenitori a Ottawa, Carney ha sottolineato l'importanza dell'unità canadese di fronte alle minacce provenienti da Washington.

Ucraina, Zelensky: "Non attendere l'8 maggio per il cessate il fuoco"

Volodymyr Zelensky replica all'annuncio di Putin di un cessate il fuoco tra l'8 e il 10 maggio. "Altra manipolazione di Putin. Non si deve aspettare fino all'8 maggio. Il cessate il fuoco deve essere immediato, totale e incondizionato, per almeno 30 giorni, al fine di garantirne la sicurezza e la garanzia. Questa è la base che potrebbe portare a una vera diplomazia", ha detto il presidente ucraino.

Usa, auto travolge un doposcuola in Illinois: morti 4 giovanissimi

Un'auto si è schiantata contro un edificio lunedì pomeriggio poco fuori Springfield, negli Stati Uniti, uccidendo quattro giovani e ferendone diversi altri durante un programma doposcuola. Lo ha riferito la polizia di stato dell'Illinois. Gli agenti sono intervenuti intorno alle 15.20 per un veicolo che si è schiantato contro un edificio, attraversandolo e investendo mortalmente 4 vittime con un'età compresa tra i 4 e i 18 anni. Si tratterebbe di "studentesse", secondo quanto riferito dal medico legale, le cui identità saranno divulgate dopo che i familiari saranno stati avvisati. Diverse altre persone sono rimaste ferite e sono state trasportate in ospedale. Non è chiaro se si sia trattato di un incidente o di un gesto intenzionale.

Ramelli, Meloni inchioda la sinistra: "Tutti devono farci i conti"

«La libertà non è mai scontata. Ai nostri figli dobbiamo raccontare che c’è stato un tempo in cui per le proprie idee si poteva essere costretti a cambiare scuola, quartiere, città. Si poteva essere minacciati, insultati, aggrediti. Si poteva persino perdere la vita, uccisi da carnefici che nemmeno ti conoscevano, in una spirale di odio cieco e violenza». Così il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto portare il suo ricordo di Sergio Ramelli alla cerimonia d’inaugurazione della mostra che ne racconta la tragedia 50 anni dopo. «Ci tenevo moltissimo ad esserci in questo anniversario così importante», continua Meloni in collegamento con la platea gremita, «perché oggi, dopo cinquant’anni, quella memoria, che per troppo tempo è stata soltanto di una parte, inizia ad essere maggiormente condivisa, nel tentativo di ricucire una ferita profonda nella coscienza nazionale. Ed è nostro dovere raccontarlo, non soltanto per ricordare chi ha pagato il prezzo più alto, ma per imparare a riconoscere subito i germi di quell’odio e di quella violenza, per neutralizzarli subito e impedire loro di generare nuove stagioni di dolore, perché non accada mai più».

Poi un messaggio ai giovani, che oggi avrebbero la stessa età di Sergio al momento della sua morte. «Cinquant’anni dopo c’è ancora una minoranza rumorosa che crede che l’odio, la sopraffazione e la violenza siano strumenti legittimi attraverso cui affermare le proprie idee. Ai ragazzi che hanno spalancata davanti a sé la strada della propria vita, che vogliono dedicarsi a ciò in cui credono, voglio dire: non fatevi ingannare da falsi profeti e da cattivi maestri. Coltivate la vostra libertà, non perdete il vostro sorriso, inseguite la bellezza, difendete le vostre idee con forza ma fatelo sempre e soprattutto con amore. Come faceva Sergio». E ancora: «La sua morte tanto brutale quanto assurda, e forse proprio per questo divenuta un simbolo per generazioni di militanti di destra di tutta Italia, è un pezzo di storia con cui tutti a destra e sinistra devono fare i conti».

«Oggi sono in tanti», interviene il Presidente del Senato Ignazio La Russa, che quegli anni tristi a Milano li ha vissuti in prima persona, «a vedere in Sergio una figura utile per dire no all’odio di parte e per comprendere quanto sia sbagliata la contrapposizione violenta. È giusto ricordare anche i due giovani di sinistra, Fausto e Iaio, per i quali non è ancora stata fatta giustizia. Perché ciò che conta è la memoria condivisa di giovani morti solo perché credevano in un’idea, non se di destra o di sinistra. Un insegnamento che deve restare forte, specie in una fase storica in cui vedo riaffacciarsi fuocherelli che non mi piacciono», continua La Russa, che poi a chi gli chiedeva cosa avesse da dire a chi ancora contesta il ricordo di Ramelli, replica: «Contenti loro, contenti tutti».

Fuori dalla sala, nel foyer dell’auditorium al piano terra di Palazzo Lombardia, una serie di pannelli che ripercorrono i drammatici avvenimenti degli ultimi giorni di Sergio, prima e dopo l’aggressione ad opera di alcuni militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia Operaia. Il convegno in ricordo di Sergio Ramelli è stato anche l’occasione per premiare le 38 città italiane che hanno intitolato uno spazio a Ramelli. Regione Lombardia ha consegnato una targa di «riconoscimento per il coraggio mostrato» a comuni da tutto lo stivale, da Ascoli Piceno e Brescia, passando per Cagliari, Como, L’Aquila, Lecce, Modena, Monza e ancora. «Su Ramelli», commenta Carlo Fidanza, europarlamentare per Fratelli d’Italia, «c’è tanto da recuperare: la sua storia è stata taciuta e ignorata per decenni e ora gli si rende onore. Fa specie che ci siano situazioni come quella di Cinisello, dove è stato convocato un presidio antifascista per contestare l’intitolazione di una piazza a Ramelli. Il Pd, invece di polemizzare, farebbe bene a dissociarsi da fanatici che contestano un ragazzo ucciso per le sue idee».

A Milano la via in suo nome ancora manca e Fratelli d’Italia ha chiesto al Comune di intitolare entro il 2025 una via della città o uno slargo a Sergio Ramelli. Una «resistenza» che secondo alcuni potrebbe essere la causa di alcune manifestazioni extraparlamentari dove si vedono braccia tese. «Se ci fosse stata una maggior capacità da parte di tutti e soprattutto da parte della sinistra di contribuire a una memoria condivisa, probabilmente le commemorazioni di parte oggi scemerebbero di intensità», conclude Carlo Fidanza, che poi ricorda: «Fratelli d’Italia non aderisce al corteo di domani. Abbiamo preferito le cerimonie istituzionali, come questo convegno in Regione e il ricordo ai giardini di via Pinturicchio e sotto casa di Pedenovi, insieme al sindaco e alle altre autorità».

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

Andrea Fatibene