“È un brano che è nato quando ero in una fase di crisi perché non riuscivo a scrivere canzoni”. Dario Brunori, in arte Brunori Sas, racconta come è nato il brano che ha portato al Festival di Sanremo, ‘L’albero delle noci’, canzone dedicata alla figlia Fiammetta. “Ho sempre pensato che l’albero di noci di fronte a casa mia avesse in sé delle canzoni, così sono andato alla finestra e gli ho detto in dialetto ‘albero mio, vedi che dobbiamo fare’. Di lì è iniziata la fase della mia vita che è stata poi quella del radicamento, della famiglia e della nascita di Fiammetta e quindi da lì è arrivata naturalmente la canzone”. La “paternità moderna” è un tema molto caro al cantautore calabrese che spiega come la figura del padre si sia negli ultimi anni profondamente trasformata: “è una figura che è stata messa molto in discussione, anche giustamente. Quella figura paterna che era la nostra figura paterna aveva molti limiti, soprattutto dal punto di vista emotivo e anche nella relazione con la mamma. Oggi la cosa fondamentale è cercare da una parte di rivedere quei limiti, quindi sono contento di essere per esempio un padre che passa molto tempo con la figlia, che ci gioca, che cerca un rapporto anche di contatto fisico, cosa che spesso mancava, che non si vergogna di determinate fragilità. Dall’altra parte ci sono anche tanti aspetti belli del rapporto che per esempio ho avuto con mio padre, secondo me serve un padre anche come figura anche di contrasto per rafforzare la propria identità, non sono molto amante della figura troppo amica. Mi piace anche che a volte ci si debba porre in maniera critica proprio per aiutare la crescita, se mio padre mi avesse detto “Belli Metallica”, magari avrei smesso di ascoltarli. Serve una figura di contrasto, perché è proprio grazie al contrasto e all'attrito che poi alla fine avviene una crescita”.
Una fregata francese ha abbattuto un drone lanciato dallo Yemen che aveva preso di mira le rotte marittime nel Mar Rosso. L'esercito francese ha mandato il video dell'azione. La nave francese fa parte della missione Aspides dell'UE che garantisce la sicurezza dei corridoi marittimi in questa regione ad alto traffico.
Un cittadino tunisino residente a Cosenza ritenuto appartenente all'Isis è stato arrestato dagli agenti della Digos della Questura di Catanzaro, unitamente a personale della Digos di Cosenza e della Direzione centrale Polizia di prevenzione, in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Catanzaro.
Il delitto ipotizzato è associazione di natura transnazionale con finalità di terrorismo denominata Isis, nell'ambito della quale avrebbe assunto il ruolo di organizzatore. L'uomo fermato, che si professava salafita–takfira, era ricercato nel Paese di origine per essere stato coinvolto in attività terroristiche e, secondo quanto emerso, era determinato a compiere un attentato terroristico in Italia nel prossimo futuro.
L'indagine ha consentito di delineare l’esistenza e l'operatività di una struttura criminale idonea a mettere in opera atti terroristici, che svolgeva attività di proselitismo e indottrinamento finalizzata a inculcare una visione positiva del martirio per la causa islamica nonché attività di addestramento militare e il cui obiettivo era quello di sovvertire gli ordinamenti statuali, soprattutto quelli relativi a Stati dove la popolazione è a maggioranza musulmana, tendendo a creare strutture teocratiche, dove i vertici dispongono che le leggi siano di derivazione divina e che le stesse debbano essere rigidamente osservate. L'organizzazione promuoveva ideali di radicalismo religioso e l’avversione verso la popolazione ebraica e l’ambiente di vita in Italia.
Le attività svolte sono state documentate attraverso l’acquisizione di file inneggianti la Jihad, di filmati su attentati e scene di guerra rivendicati dall'Isis. Sono stati inoltre acquisiti documenti illustrativi della preparazione di armi ed esplosivi, delle modalità con cui raggiungere luoghi di combattimento e come trasmettere in rete messaggi criptati.
Dal cielo, a bordo dell’elicottero Drago 66 dei vigili del fuoco, Brusasco, piccolo centro della provincia di Torino, è simile a una enorme laguna e le campagne sembrano scomparse: al loro posto solo acqua, fango e qualche albero che ancora resiste. Tra i rami affiora appena il tetto di un’auto. Dentro c’è qualcuno che aspetta di essere salvato. Il vigile del fuoco si cala lentamente con il verricello, atterra sul veicolo sommerso, parla con la persona intrappolata e la rassicura. Poi la lega a sé con l’imbracatura. Insieme salgono, sospesi nel vuoto, fino a raggiungere l’elicottero.
Il vicepresidente degli Usa JD Vance è sbarcato dall'Air Force Two all'aeroporto di Ciampino venerdì, poco prima delle otto. Era accompagnato dalla moglie Usha e dai tre figli. Vance teneva in braccio la figlia Mirabelle, di due anni. Alle 13 viene ricevuto a Palazzo Chigi dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di ritorno da Washington, dove ha incontrato il presidente americano Donald Trump.